Questi ragazzi valdostani fanno parte dei 600.000 giovani italiani che hanno lasciato la scuola senza un titolo di studio
AOSTA. Un mese fa è suonata la prima campanella dell'anno scolastico 2014/2015, ma non per tutti gli studenti. Secondo la ricerca "Lost" condotta dall'ong WeWorld Intervita, dall'Associazione Bruno Trentin della Cgil e dalla Fondazione Giovanni Agnelli, in Italia sono oltre 600.000 ragazzi tra i 10 e i 16 anni hanno abbandonato la scuola senza ottenere un titolo di studio alla scuola superiore o alla scuola media. Numeri che attribuiscono all'Italia un triste primato europeo.
La Valle d'Aosta ancora una volta "spicca" in questo tipo di ricerche in senso negativo: nella nostra regione più di 2 ragazzi su 10, il 21.5 per cento, non completa gli studi. E' oltre il doppio dell'obbiettivo del 10% fissato dall'Ue per il 2020. Percentuali peggiori sono registrate soltanto in Sardegna (25.5%), in Sicilia (24.8%) e, di poco, in Campania (21.8%). Al contrario il Molise ha la percentuale di abbandono scolastico più bassa, il 10 per cento.
Oltre ad un impoverimento culturale, la ricerca ha provato a definire in termini economici le conseguenze dell'abbandono scolastico: considerando il mancato lavoro negli anni si stima un costo dai 21 ai 106 miliardi, a seconda della crescita del Pil.
Anche l'Anief lancia l'allarme. «L'Italia non può permettersi di perdere per strada 2 milioni e 900mila giovani delle superiori, come è accaduto negli ultimi 15 anni», dice il segretario Marcello Pacifino. Si tratta di ragazzi tra i 16 e i 19 anni «quasi sempre destinati ad allargare il numero dei Neet, i giovani che non studiano né lavorano e che nei territori più difficili diventano non di rado potenziali nuove leve al servizio della criminalità organizzata». La proposta dell'Anief: alzare «di due anni la scuola dell'obbligo, come aveva provato a fare 15 anni fa l'allora ministro Luigi Berlinguer.»
Marco Camilli