Cna Valle d'Aosta: "la Concessionaria, nonostante gli elevatissimi profitti, non ha ricadute per le nostre aziende"
AOSTA. Il Tar della Valle d'Aosta ha respinto un ricorso della Sav - Società autostrade valdostane contro il Ministero dei trasporti per la bocciatura di un piano triennale di lavori sull'autostrada A5.
La questione è nata quando Sav, lo scorso luglio, ha presentato un programma di interventi di manutenzione ordinaria sulla Aosta - Quincinetto da affidare ad una propria controllata nel triennio. Il Ministero ha negato l'autorizzazione avendo rilevato "l'avvenuto superamento del limite del 40 per cento previsto dalla normativa per gli affidamenti infragruppo".
Secondo gli uffici di Roma, Sav ha affidato troppi lavori ad aziende del gruppo Gavio, di cui la stessa fa parte, e con la nuova programmazione triennale non ha previsto il recupero dell'esubero. La società ha presentato ricorso affermando tra l'altro che "la gravità di tale imposizione" costringerebbe Sav "ad una profonda riorganizzazione" che potrebbe "costituire causa di ritardo nell'esecuzione dei lavori programmati".
Il Tar ha però dato ragione al Ministero confermando la "sussistenza di un forte squilibrio a favore degli affidamenti infragruppo" con una quota dell'81 per cento al 31 dicembre 2013 (ed un eccedente pari a 10.200.00 euro) salita al 96 per cento al 1° gennaio 2014.
Sulla questione è intervenuta la Confederazione nazionale dell'artigianato Valle d'Aosta secondo la quale "il richiamo del Ministero dei trasporti e la Sentenza del Tar dimostrano una volta per tutte che la Concessionaria valdostana, nonostante gli elevatissimi profitti, non ha ricadute per le nostre aziende e nemmeno per i suoi lavoratori". Cna afferma che "da molti anni a questa parte, nessuna impresa valdostana opera nell'ambito delle manutenzioni né ordinarie, né straordinarie e le poche gare indette applicano prezzi che non sono sostenibili per un operatore locale". Fa eccezione il servizio di sgombero neve "proposto a tariffe poco appetibili e non aggiornate al mercato, con la giustificazione delle poche risorse a disposizione".
Cna invita ad "intervenire per proteggere gli utenti da rendite improprie" e conclude chiedendosi "quale sia il ruolo del socio pubblico, se non quello di vigilare e tutelare gli interessi della Comunità che rappresenta".
Marco Camilli