CVA, il Comitato anti quotazione incontra Fosson sull'ipotesi referendum

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Presentate le 4.000 firme raccolte, ma l'iniziativa referendaria non può essere discussa da un Consiglio neoeletto

Incontro Comitato CVA

AOSTA. Una lettera, quella che accompagna la raccolta firme per chiedere un referendum consultivo sulla quotazione in borsa della Compagnia Valdostana delle acque, è stata alla base dell’incontro tra una delegazione del Comitato “Giù le mani dalle acque e da CVA” e il Presindente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, Antonio Fosson.

Una delegazione del comitato, costituitosi con intenti chiari circa la cessione di parte della proprietà del patrimonio idrico ed elettrico della Valle d’Aosta, ha ribadito nella lettera consegnata ieri un pensiero condiviso e sottoscritto da quasi 4000 persone nella raccolta firme: «Per capire cosa le "autorità competenti" hanno deciso di fare, occorre uscire dal linguaggio ottuso e asettico della burocrazia: si é deciso in modo unilaterale di vendere una parte di un bene che é di tutti, senza informare le persone che vivono nella Comunità e che sono le legittime proprietarie della CVA. In spregio alla trasparenza e del rispetto dei cittadini», cita la lettera.

Il Comitato ricorda che «CVA nasce da una precisa scelta politico-amministrativa. Una decisione che portò alla acquisizione da parte della Regione di tutte le centrali Enel operanti in Valle d'Aosta e alla costituzione della "Compagnia Valdostana delle Acque". L'accordo quindi non era solo una questione meramente economica, ma assumeva un significato più profondo, politico, sociale e amministrativo. Poneva in essere, la questione del bene comune anche se di questo allora non se ne parlava. Adesso si decide di venderne una parte per ricavarne dei benefici economici nell'immediato. Senza tenere conto che una scelta così importante e strategica deve essere collocata nella prospettiva delle future generazioni. E' un dovere e un piacere - continua il Comitato - impedire che questo avvenga, evitiamo di aggravare la situazione consentendo o approvando tacitamente avventure finanziarie che di creativo hanno solo il tornaconto di pochi».

Nel pomeriggio di ieri a Palazzo regionale il presidente Fosson spiega di aver precisato ai referenti del Comitato «che la richiesta del referendum consultivo è disciplinata da un iter molto preciso: può essere, infatti, avviata entro un mese dalla trasmissione al Consiglio di un provvedimento legislativo o amministrativo che si vuole sottoporre a referendum e l'iniziativa referendaria non può essere presentata nei sei mesi successivi all'elezione del nuovo Consiglio».

«Ho comunque assicurato - aggiunge Fosson - che la tematica sarà sottoposta all'attenzione dell'intera Assemblea regionale al fine di avviare un dibattito tra le varie forze politiche.»

La lettera si chiude col pensiero del Senatore César Dujany : "il problema dell'acqua e della sua utilizzazione é stato oggetto di secolare attenzione da parte della popolazione e dei suoi rappresentanti. Oggi la CVA, che utilizza a fini economici le nostre acque, è un patrimonio della popolazione valdostana. Sarebbe opportuno che il suo futuro venga discusso pubblicamente, ed il suo futuro deciso dai cittadini attraverso un referendum".



Adriana Guzzi