AOSTA. L'organico del Tribunale di Aosta è «completamente insufficiente» a coprire tutte le istanze che provengono dalla Procura. Il presidente Eugenio Gramola, a circa un anno dal suo insediamento, è tornato a lanciare l'allarme sulla situazione dei giudici e dei magistrati che seguono soprattutto la parte penale.
Giuseppe Colazingari, l'unico gip a "tempo pieno" presente (cioè il giudice che si occupa per esempio di firmare le ordinanze di sequestro, i decreti penali, gli ordini di arresto) è «sommerso di lavoro» e «non riesce a rispettare i tempi», ha spiegato Gramola in una conferenza stampa a Palazzo di giustizia.
La situazione si è ulteriormente aggravata con l'arrivo del nuovo procuratore capo: il suo ufficio, riorganizzato ed a pieno organico, ha incrementato il numero di fascicoli depositati (1.937 quelli arrivati nel 2017 contro i 2.292 del 2018) mentre al Tribunale non è stato assegnato alcun nuovo giudice. Il rischio di un cortocircuito della giustizia in Valle d'Aosta è concreto, come si è visto nel caso di un bar di Cervinia la cui ordinanza di sequestro è arrivata dopo mesi. «È un esempio di cosa succede quando si è in troppo pochi e c'è il rischio che un caso simile si ripeta», ha avvertito Gramola.
Il presidente del tribunale ha annunciato a breve l'invio di richieste ufficiali al Consiglio Superiore della Magistratura ed al ministero della giustizia per avere più personale e in particolare un gip e un gup in più. Entro la fine dell'anno è prevista una riorganizzazione degli organici in tutta Italia e l'auspicio è che i magistrati oggi assegnati a Tribunali che hanno meno carico di lavoro vengano trasferiti ad Aosta. In questo discorso di riorganizzazione e potenziamento dovrebbe rientrare, o al meno si spera, l'ufficio del giudice di pace che vive in una situazione di precarietà ormai cronica.
C'è anche poi la richiesta di indire un nuovo concorso regionale per reperire personale amministrativo, anch'esso sotto organico. L'ultimo concorso risale al 1997 e finora una parte dei posti mancanti sono stati coperti col trasferimento di unità dalla Regione. Ora però con Quota 100 la situazione è destinata a cambiare.
Se le richieste andranno a buon fine, ha spiegato Gramola, serviranno comunque «almeno un paio di anni ad essere ottimisti» affinché l'assegnazione diventi operativa. Nel frattempo? «Ce la caveremo».
Elena Giovinazzo