AOSTA. I valdostani potranno sottoporsi ad interventi chirurgici in strutture private accreditate fuori dalla Valle d'Aosta senza dover ottenere l'autorizzazione preventiva dell'Azienda Usl. Con delibera approvata ieri, il governo regionale ha infatti deciso di revocare il provvedimento di un anno e mezzo fa che introduceva questo obbligo per le prestazioni prescritte dal 1° giugno 2016.
L'intenzione di limitare la mobilità passiva era legata ai costi a carico del bilancio. Riducendo il numero di ricoveri fuori regione ritenuti non indispensabili, perché lo stesso trattamento può essere effettuato in Valle, si abbassa la spesa per la mobilità passiva e i rimborsi dovuti alle altre Regioni. Come riportato dalla delibera del 2016, proposta dall'allora dall'assessore alla sanità Antonio Fosson, «l'offerta sanitaria delle strutture pubbliche convenzionate presenti in Valle d'Aosta è in grado di soddisfare il bisogno assistenziale della popolazione valdostana rendendo ingiustificato il ricorso a strutture poste nelle regioni confinanti, specie se private e, da quelle, accreditate».
Per il nuovo esecutivo tuttavia quel vincolo «penalizzava in maniera importante i valdostani nella libertà di scelta delle cure sanitarie» e pertanto «alla luce del rinnovato quadro delle regole nazionali, la giunta regionale», su proposta dell'assessore alla sanità Luigi Bertschy, ha stabilito «di revocare la delibera 591/2016 restituendo ai cittadini valdostani la libertà di scegliere il luogo di cura di propria fiducia, sia esso pubblico o privato convenzionato extra regionale».
«Ciò non significa - afferma l'assessore - che sia venuto meno l'interesse del Governo regionale a contenere la fuga dei propri assistiti e a tutelare l'appropriatezza e sicurezza delle cure cui essi si sottopongono, ma si ritiene che tali obiettivi vadano perseguiti attraverso il continuo e costante miglioramento dell'efficienza e della capacità di risposta del Sistema sanitario regionale».
Lo stesso concetto è espresso anche dal presidente della Regione, Laurent Viérin, il quale aggiunge che la finalità «sarà diversamente garantita per il tramite dei nuovi accordi della mobilità interregionale, su cui si sta lavorando sui tavoli nazionali. Questo lavoro - continua - va in parallelo con l'impegno profuso a favore della crescita del sistema sanitario valdostano, per il quale, come si evidenza per alcune specialità come l'oculistica, si sta da tempo lavorando per attirare le migliori professionalità».
L'assessorato alla sanità intende ora attivare un «monitoraggio quantitativo e qualitativo della mobilità passiva e un confronto proficuo con i cittadini che decideranno di rivolgersi altrove per comprendere e analizzare le dinamiche che li spingono a cercare fuori Valle l’erogazione di talune prestazioni sanitarie erogate anche dall'ospedale regionale con pari efficacia e qualità».
Elena Giovinazzo