Mini idroelettrico, allarme Free Rivers: rischio far west su Alpi e Appennini

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TorrenteAOSTA. Il Coordinamento nazionale a tutela dei fiumi, Free Rivers, mette in guardia sulla reintroduzione degli incentivi per il mini-idroelettrico: il rischio che ne deriva, afferma, è quello di un far west delle centraline sulle Alpi e sugli Appennini.

Con il ripristino degli incentivi da parte del governo "si mettono in pericolo gli ultimi torrenti naturali in nome di interessi privati e di una produzione energetica trascurabile - afferma il Coordinamento al quale aderisce anche Legambiente Valle d'Aosta - Si parla, a livello nazionale, di circa 550 nuovi progetti già autorizzati per fare energia che di "verde" hanno ben poco. Saranno centinaia i corsi d'acqua interessati a livello nazionale".

"Secondo il Gestore Servizi Energetici (la società che per conto del Ministero dello Sviluppo Economico distribuisce gli incentivi), dal 2014 la produzione di energia idroelettrica è in calo. Nel 2017, in particolare, è diminuita nonostante nel 2016 siano entrati in funzione 538 nuovi impianti. Ciò è dovuto a fattori meteorologici - continua Free Rivers -: sono gli effetti del cambiamento climatico e le previsioni future suggeriscono che questa sarà la tendenza".

Il Coordinamento nazionale ricorda poi che "alla luce dei danni ambientali, l'Europa ha aperto una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva Quadro Acque nei processi autorizzativi degli impianti" e che "la realizzazione di nuove opere potrebbe dunque portare a una sanzione europea. Incentivando nuove centraline anche sui torrenti naturali, si rischierebbe quindi di dover far pagare due volte i cittadini, prima per gli incentivi, poi per un'eventuale infrazione comunitaria".

Secondo il Coordinamento di tutela dei fiumi "vallate alpine e appenniniche integre potrebbero rappresentare il fulcro di nuove attività economiche, per lo sviluppo di un turismo lento e sostenibile, legato agli sport di acqua viva, sempre più apprezzati e ricercati". Ora invece "la tutela degli ultimi corsi d’acqua integri nel nostro Paese rischia di essere compromessa, con l'aggravante che rispetto alla bozza Calenda del precedente governo, le tariffe in decreto sono state addirittura aumentate".

 



 

Elena Giovinazzo