Padre e due figli arrestati per bancarotta fraudolenta

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Le indagini della Guardia di finanza di Aosta si sono concentrate su un gruppo di società, due delle quali fallite

Guardia di finanza

AOSTA. La Guardia di finanza di Aosta ha arrestato un uomo e due suoi figli - Francesco Cannatà di 74 anni, Vasco Cannatà di 54 anni e Milo Cannatà di 41 anni - su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip nell'ambito di una inchiesta sulla bancarotta fraudolenta. Al centro delle indagini ci sono cinque società, due delle quali dichiarate fallite dal Tribunale di Aosta nel 2016 e nel 2018. Secondo l'Ansa, queste attività gestivano discount a Sarre, Saint-Christophe e Pont-Saint-Martin.

Secondo quanto contestato dalle Fiamme gialle, i tre arrestati avrebbero "caricato" sulle società in perdita la maggior parte dei debiti fino a portarle al fallimento e allo stesso tempo avrebbero distratto dei fondi. «Le società  - spiegano i Finanzieri - erano in grave dissesto economico e gli amministratori del "gruppo di società", per mascherare tale situazione, non hanno fatto altro che spostare le risorse finanziarie disponibili da una società all'altra, senza alcuna ragione giuridica od economica».

Le Fiamme gialle hanno ricostruito il flusso di denaro individuando «oltre 2.200.000 Euro trasferiti dalle fallite a favore di altre società, circa 200.000 Euro trasferiti sui conti personali degli amministratori ed altri 100.000 Euro circa impiegati per scopi assolutamente personali» come l'acquisto di capi di abbigliamento, smartphone, gioielli, biglietti aerei, cure odontoiatriche «ed anche per il download di software e brani musicali dagli store apple ed android». Ci sarebbero poi ulteriori 50.000 euro «destinati a finanziare, naturalmente il mondo infruttifero, una nuova società, operante nel settore della ristorazione, riconducibile alla moglie di uno degli arrestati».

Le società erano già state indagate per una maxi evasione di 23 milioni di euro sottratti a tassazione e altri 7,5 milioni di Iva non versata.

I tre arrestati si trovano ora ai domiciliari mentre una quarta persona risulta indagata a piede libero.


Clara Rossi