Estorsioni, droga e violenze: la situazione quartiere Cogne di Aosta preoccupa

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AOSTA. Ci sono estorsioni, episodi di violenza, un racket sui camioncini della frutta e verdura e soprattutto lo spaccio di cocaina dietro ai sette arresti eseguiti dalla Guardia di finanza di Aosta negli ultimi due giorni.

Già nella notte tra il 12 ed il 13 giugno è finita in manette un coppia residente nel capoluogo, Raffaele D'Agostino e Caterina Battaglia, intercettati grazie ad alcune "cimici" posizionate nella loro abitazione. La notte successiva, tra ieri ed oggi, sono scattati altri cinque provvedimenti di "fermo di iniziato di delitto", una misura adottata per la prima volta in Valle d'Aosta e che è disposta dal sostituto procuratore anziché dal gip per velocizzare i tempi. I cinque provvedimenti sono indirizzzati a Francesco Battaglia, Antonio D'Agostino, Marino D'Agostino, Giuseppe Caponetti ed Albert Bushaj accusati a vario titolo di porto di armi da fuoco e spaccio e tutti portati inc arcere a Brissogne. C'è inoltre una denuncia a piede libero nei confronti di Gaetano Nicotera.

Lo spaccio
Nel corso delle indagini culminate con il blitz di oggi sono state monitorate decine di cessioni di stupefacenti, individuati diversi consumatori di "polvere bianca" e sequestrato oltre un etto di cocaina.

 

conferenza stampa integrale
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Racket dei camioncini
Gli inquirenti hanno scoperto grazie a indagini e intercettazioni, e quindi non per effetto di denunce, un giro di estorsioni di cui erano vittime i commercianti che vendono frutta e verdura lungo delle strade un po' in tutta la Valle d'Aosta. Sono titolari di regolari licenze ma, secondo le indagini, erano costretti a pagare il pizzo a Raffaele D'Agostino e Caterina Battaglia, i quali decidevano anche chi poteva sostare dove. E per chi aveva da ridire bastava una "visita" mostrando bastoni e altre armi, come il tubo di ferro lungo più di un metro finito sotto sequestro e che, spiegano le Fiamme Gialle, veniva anche tenuta in auto pronta per essere mostrata.

Risse e violenze
Le indagini hanno fatto emergere situazioni di violenza e criminalità diffuse specialmente nel quartiere popolare del capoluogo. Ne sono la prova i coltelli sequestrati che gli arrestati portavano con loro facendo sfoggio e sequestrati nel corso delle perqusizioni insieme ad un machete, un proiettile, una balestra ed un taser. Ad ulteriore testimonianza del clima che si vive nel quartiere c'è anche una violenta rissa avvenuta a marzo durante le quali diverse persone sono rimaste ferite e sono anche stati esplosi dei colpi di arma da fuoco.

Preoccupante concetrazione di criminalità
A destare particolare apprensione tra le forze dell'ordine è la concentrazione di criminalità al quartiere Cogne, epicentro di tutta l'indagine. Chi lo vive e lo frequenta lo sa già da tempo: è un quartiere popolare isolato dal resto della città che riunisce famiglie in grossa difficoltà economica, numerosi pregiudicati ben noti alle forze dell'ordine e situazioni di povertà, emarginazione e degrado sociale. Un mix esplosivo di cui è facile immaginare le conseguenze, come l'operazione "malAosta" dimostra.

 

 

 

 

 

Marco Camilli