Casinò, dubbi sul piano di concordato: "alcuni problemi non sono risolti"

Casinò di Saint-Vincent

AOSTA. Il piano di concordato della Casinò de la Vallée contiene "aspetti imprenditoriali previsionali di sicuro interesse per i creditori, per i soci e per il territorio in generale", ma anche "peculiari problematiche, ad oggi non completamente risolte". Lo scrive il commissario giudiziale Ivano Pagliero nella relazione inviata ai creditori della società di Saint-Vincent in vista dell'assemblea di luglio.

Uno degli aspetti più delicati è la vendita degli immobili no core che recentemente ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio regionale. L'operazione consentirebbe alla società di incassare nuove somme e allo stesso tempo di ridurre le spese, ma il commissario giudiziale su questo punto evidenzia la "totale mancanza di offerte di acquisto, o almeno manifestazioni di interesse" per gli immobili in questione. Ciò rende "pressoché impossibile effettuare delle previsioni di vendita attendibili sia sul prezzo che sui tempi di realizzo".

Il commissario giudiziale ricorda inoltre che il piano trova le sue basi "quasi esclusivamente nei flussi di cassa derivanti da un'attività basata sul gioco d'azzardo e su previsioni statistiche" che offrono poche garanzie e sui quali "permane l'alea connessa alle condizioni generali dell'economia e della tipologia di attività prestata".

Da non sottovalutare infine il "procedimento penale contro amministratori e sindaci nonché contro la società" e poi la "problematica degli aiuti di Stato".

Nella relazione inoltre i creditori vengono avvisati che la quota di debiti che la società sarà effettivamente in grado di pagare potrebbe essere inferiore alle previsioni indicate nel piano di concordato. Secondo le stime di Pagliero "gli stimati minori flussi in entrata (da 44.337.474 euro in luogo di 52.771.991 euro) potrebbero avere un incidenza sul soddisfacimento dei creditori chirografari che si attesterebbe su una percentuale inferiore rispetto a quella prevista dalla società ricorrente", cioè il 60% anziché il 78%.

 

 

 

 

 

Marco Camilli

 

 

 



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