E' scattato Giovedì
l'obbligo per i gestori di internet point e
phone center di ''memorizzare e mantenere i
dati relativi alla data ed ora della
comunicazione ed alla tipologia del servizio
utilizzato, abbinabili univocamente al
terminale utilizzato dall'utente, esclusi
comunque i contenuti delle comunicazioni".
Inoltre, i gestori di tali attività sono
tenuti ad "impedire l'uso di terminali che
non consentono l'identificazione
dell'utente." Infine, queste disposizioni
devono anche essere fruibili anche da
stranieri, quindi le regole vanno tradotte.
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Noi, ieri, abbiamo chiesto ai gestori di
alcuni di questi punti cosa ne pensano.
Elsaadawy Khaled, è il proprietario del
phone center di via Chambéry, 104: "E'
giusto che ci siano più controlli - afferma
- ma non credo che da noi cambierà qualcosa:
i clienti continueranno ad usufruire del
nostro servizio". |
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Dello stesso parere Roberto De Lorenzis,
Punto comunicazione di via Chambery, 55:
"Potrebbe essere una cosa utile e io ho già
iniziato le pratiche necessarie per
adeguarmi". Per quanto riguarda invece la
clientela, sostiene che probabilmente non ci
saranno ripercussioni: "Non siamo in una
città come Torino o Milano, dove ci sono
molti internet point, quindi se un
terrorista venisse qua tutti i giorni qua
sarebbe subito scoperto". |
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Di parere diverso è il titolare del bar
Snooker: "Penso che sia assolutamente
inutile: non credo che un'organizzazione
terrorista si serva di un internet point.
Inoltre comporta un aggravio del
nostro lavoro non indifferente,
dovendo registrare rigorosamente i
dati personali dei clienti". |
Dal lato
privacy "è un'ingerenza pesante -
spiega Flavio Giordano - I clienti
probabilmente diminuiranno, inoltre
sarà difficile spiegare queste
regole ai turisti stranieri. Ora
devo valutare la situazione perché
non ho ancora avuto tempo di
informarmi - aggiunge - ma
probabilmente eliminerò il servizio,
sia qui nel bar, sia nell'esercizio
di via XXVI Febbraio,
malgrado io sia stato uno dei primi in Valle
d'Aosta, se non in Italia, a fornire questo
genere di servizi". |
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Il direttore della biblioteca regionale di
Aosta, Giuseppe Rivolin, che gestisce le
quattro postazioni internet della struttura,
invece, spiega che la legge non parla
espressamente di pubbliche amministrazioni -
la rete bibliotecaria è gestita dal provider
della Regione - ma solo di esercizi privati
quali internet café e così via, quindi non è
ancora chiaro se sarà necessario
applicare il decreto. |
"Le
disposizioni - dichiara infatti -
tendono ad identificare persone che
utilizzano questi mezzi in maniera
impropria, in particolare in merito
alle leggi antiterrorismo. Tuttavia
ci stiamo organizzando in modo da
consentire l'identificazione di chi
naviga, poiché probabilmente anche
noi dovremo adeguarci. Non sarà una
novità comunque: le generalità degli
utenti sono state da sempre
registrate per la prenotazione -
obbligatoria - del computer, si
tratterà solo di essere più
rigorosi". All'interno della
biblioteca esistono anche due totem
per le consultazioni rapide,
accessibili, senza prenotazione, da
tutti: "Per quanto riguarda i totem,
le ipotesi sono due - dichiara Rivolin - o verranno isolati, in modo da
potere controllare gli utenti, oppure
potranno essere utilizzati solo per navigare
in siti istituzionali. Tuttavia non è ancora
stato deciso niente". |
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Infine, ecco cosa ne pensa Mahboub Mohamed,
gestore di Teleboutique in via Festaz, 91:
Da una parte è abbastanza giusto
sapere chi naviga e cosa cerca,
dall'altra, invece, i clienti
potrebbero essere infastiditi.
Inoltre, se arriva qualcuno senza
documento, non posso certo mandarlo
via. |
Per noi -
aggiunge Mohamed - è un lavoro supplementare
tenere conto di chi telefona, chi spedisce
soldi o naviga su internet, ma penso che chi
abbia cattive intenzioni non si presenterà
nel nostro esercizio". |
Una curiosità: in Giappone entrerà in vigore
a breve una normativa simile a quella
italiana, ma la motivazione non è la stessa.
Il governo nipponico, infatti, conta su
questo provvedimento per arginare i fenomeni
di suicidio collettivo, ormai sempre più
diffuso tra i giovani e utilizzato anche dai
serial killer.
Sara Giovinazzo
20 agosto 2005 |