Maleducazione all'ufficio postale
Sono
un’utente (purtroppo) dell’ufficio postale che serve la
zona di Aosta, St Martin de Corleans, ufficio al quale
mi rivolgo solo ed esclusivamente quando sono obbligata
e cioè devo ritirare una raccomandata.
Il giorno 24 alle ore 8,00 mi reco con un avviso per il
ritiro delle raccomandate, ma la dipendente n° 14033
dello sportello Raccomandate e Pacchi , sgradevole come
è suo solito porsi agli utenti, mi dice senza tante
gentilezze (e senza il dovuto sorriso…..) che devo
tornare dopo le 10,30 perché le raccomandate si ritirano
dopo quell'ora. (Faccio notare che lo sportello apre
alle 8,00 ma la signora non era presente sul suo luogo
di lavoro, pausa caffé?)
La dipendente n° 14033 mi dice sgarbatamente che lei
prima deve occuparsi delle raccomandate del giorno
prima, raccomandate che nel frattempo le erano state
consegnate dall’addetto a questo servizio e che quindi
solo alle 10,30 potevano essere ritirate.
Io capisco il problema, le chiedo se poteva guardare se
c’era la mia poiché dovevo partire subito e lei sempre
in modo sgarbato dice che lei sa come deve fare il suo
lavoro. Arriva a darle appoggio una sua collega che
insiste sul fatto che loro sanno come devo svolgere il
loro lavoro, nel frattempo la dipendente in oggetto dice
queste testuali parole: “questa qui mi ha proprio rotto
i coglioni, viene sempre qui a insultarmi”.
Le rispondo che non solo non vado mai ad insultarla, ma
il problema è dovuto comunque alla sua incompetenza
nello svolgere il lavoro che le è stato affidato.
Esco, mi avvio verso la macchina con l’intenzione di
delegare mio marito al ritiro essendo io fuori Aosta
tutto il giorno e non avendo intenzione di aspettare
fino al 28 per sapere di cosa si tratta.
Leggo meglio la cartolina per il ritiro e... guarda
guarda... la data del possibile ritiro è il 23 dicembre,
cioè il giorno prima, alle 10,30 ma il giorno
prima!!!!!!
Rientro nell’ufficio ovviamente inviperita ed a questo
punto pretendo che l’impiegata si occupi della mia
raccomandata invece di continuare a fare un lavoro che
comunque, a mio avviso , andrebbe fatto tra un’utente e
l’altro, si capirebbe in effetti che dovendo occuparsi
anche dello sportello l’ora del ritiro si posticipi alle
10,30…
La signora continua ad insultarmi, io alzo decisamente
la voce, arriva un’altra sua collega che gentilmente
prende l’avviso, lo legge, si rende conto del fatto che
la collega ha torto marcio, e dopo aver detto a bassa
voce qualche cosa alla collega in oggetto, si occupa
della mia raccomandata.
Faccio notare che l’impiegata che mi consegna la
raccomandata non è addetta a quello sportello ma a
quello dei bollettini postali, e che per fare il lavoro
che avrebbe dovuto fare l’impiegata n° 14033 ha dovuto
lasciare scoperto il suo sportello...
A questo punto chiedo alla dipendente il suo numero di
identificazione poiché contrariamente a quanto disposto
per gli impiegati che hanno mansioni di sportello e
contatto con il pubblico, lei il suo cartellino di
identificazione non lo porta proprio, lei mi risponde
molto sgarbatamente dicendomi il numero (avrebbe fatto
meglio a scusarsi, era suo dovere leggere almeno la data
sull’avviso) e le comunico che avrei scritto una lettera
di lamentele per il comportamento da lei tenuto sul
posto di lavoro nei confronti di un’utente.
E quindi eccomi qui davanti ad una lettera che ad un
cittadino non fa mai piacere scrivere, se non altro
perché considerando la situazione lavorativa che ben
poche certezze può dare oggi al lavoratore, un
dipendente che avesse la fortuna di occupare un ambito
posto "sicuro" dovrebbe esserne almeno all’altezza.
Gabriella Manganoni
28
dicembre 2010 |