Valle d'Aosta, bando affitti: stop autocertificazioni per i cittadini extracomunitari

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Il contributo apre ai coniugi separati. Domande dal 10 dicembre

 

CondominioAOSTA. Cambiano i criteri di concessione dei contributi per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, meglio conosciuto come Bando affitti. Con una delle probabili ultime delibere (lunedì si voterà la mozione di sfiducia e quindi dovrebbe insediarsi il nuovo governo), la giunta Spelgatti ha oggi approvato la partecipazione al fondo e rivisto alcuni requisiti necessari per ottenere l'aiuto economico che concernono in particolare i cittadini extracomunitari e i coniugi separati.

Le domande potranno essere presentate dal 10 al 28 dicembre 2018 direttamente negli uffici dell'assessorato regionale alle opere pubbliche, ad Aosta, oppure in Comune o ancora all'Urp di Palazzo regionale. A disposizione per il 2019 ci sono 2,8 milioni di euro.

Il nuovo Bando affitti è rivolto ai cittadini che risiedono in Valle d'Aosta da almeno 4 anni (anziché 5). Una delle novità riguarda l'accesso al bando da parte delle coppie separate. Finora infatti il coniuge a cui non è assegnata la casa coniugale non poteva richiedere l'aiuto economico perché risultava comunque avere un'abitazione nella propria disponibilità. Ora al contrario la domanda potrà essere presentata e, nel caso, accolta.

Quanto ai cittadini extracomunitari, non basterà più la sola autocertificazione sul possesso di proprietà all'estero. Come per gli italiani, i cittadini di Paesi non Ue dovranno fornire la documentazione certificata richiedendola al Paese di origine e facendola tradurre e autenticare dai Consolati. In caso di impossibilità ad ottenere la certificazione, il contributo non sarà erogato.

«E' spesso impossibile fare controlli sulle autocertificazioni e questo poteva dare adito ad abusi», ha spiegato la presidente della Regione, Nicoletta Spelgatti, presentando in conferenza stampa il provvedimento. «Non è possibile agevolare sempre gli altri rispetto ai cittadini italiani», ha aggiunto, e per le famiglie straniere che non possono presentare la documentazione chiesta (nel Paese di origine potrebbe essere in atto una guerra o potrebbe non esistere un catasto) «esistono altri tipi di sussidi».

Il contributo inoltre sarà erogato soltanto ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, che hanno la residenza in Italia da almeno 5 anni e che dimostrino di avere un reddito minimo ed alloggio adeguato.

 

Marco Camilli