Iniziata in Consiglio regionale la discussione sulla riforma della legge elettorale

Consiglio regionale

AOSTA. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha iniziato oggi l'esame della proposta di riforma delle legge elettorale regionale. È stata definita una "legge cantiere" perché in effetti contiene soltanto una parte delle modifiche che l'attuale norma dovrà subire per assicurare, tra le altre cose, un governo stabile alla nostra regione.

«Il lavoro continuerà in Commissione per affrontare la fattibilità del voto elettronico e questioni ugualmente importanti come la governabilità e la necessità di garantire stabilità al governo della nostra regione», ha confermato la presidente della Commissione istituzioni e autonomia Patrizia Morelli (Alpe) illustrando i contenuti della proposta.

Alla luce del gravissimo quadro emerso dall'inchiesta Geenna sulla presenza della 'ndrangheta nelle istituzioni regionali e comunali, la politica ha voluto dare una risposta accelerando l'iter di esame del testo unico (frutto di due proposte presentate lo scorso anno) e focalizzandosi per ora sulla necessità di garantire la segretezza del voto. Preferenza unica e conferma dello scrutinio centralizzato sono i punti centrali della proposta su cui gran parte dell'aula si è detta sostanzialmente d'accordo.

A far storcere il naso sono invece le novità sulla rappresentanza di genere nelle liste in corsa alle elezioni. Tra coloro che hanno espresso perplessità, il capogruppo dei 5 stelle Luciano Mossa ha detto, a titolo personale, che provvedimenti del genere sono «offensivi» e che «basterebbe maggiore volontà da parte delle donne nel voler partecipare alla vita politica». Con le quote rosa, ha aggiunto Mossa, «le donne non saprebbero se sono state elette per le effettive loro capacità e qualità o per scelta obbligata».

La consigliera leghista Nicoletta Spelgatti ha spiegato il suo punto di vista chiarando che «da donna, non accetterò mai di avere facilitazioni. Quello che serve è un cambiamento di mentalità che arriverà con il tempo, man mano che noi donne dimostreremo che non abbiamo nulla da invidiare agli uomini, anzi. Bisogna spingere le donne a candidarsi e dimostrare il loro valore, ma non con delle faciliazioni».

Per l'UV, Augusto Rollandin ha ricordato che «obiettivamente oggi non c'è questa corsa (da parte delle donne, ndr) a mettersi in lista, anzi c'è la corsa dei movimenti» per cercare valdostane disposte a candidarsi. Aumentare le quote rosa non farebbe quindi altro che creare «difficoltà» ai partiti e ai movimenti.

Il dibattito sulla legge continuerà oggi pomeriggio.

 

 

 

E.G.

 

 



 

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