Casinò, il ddl sui 48 milioni di debito approvato dal Consiglio Valle

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AOSTA. Grazie ad un voto di scarto, il ddl che trasforma il debito postergato di 48 milioni di euro vantato dalla Regione nei confronti del Casinò di Saint-Vincent in uno Strumento finanziario partecipativo è stato approvato dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta. La votazione è avvenuta dopo una animata discussione ed è stata segreta come chiesto da AV. Ai 18 "sì" si è aggiunta una astensione mentre il resto dell'aula non ha partecipato al voto.

Presentando il provvedimento, il relatore Giovanni Barocco (UV) ha ricordato che «lo scopo è assicurare il buon esito della procedura di concordato preventivo» della casa da gioco «garantendo al contempo la migliore tutela agli investimenti effettuati nella società da parte della Regione, per il tramite di Finaosta Spa».

Trattandosi di un debito postergato, il piano di concordato ne prevedeva lo stralcio: la Regione avrebbe perso quindi tutti i 48 milioni di euro. Convertendo quel debito in capitale, al contrario, la somma sarà recuperata entro un certo lasso di tempo sotto forma di utili (se l'azienda riuscirà a superare la crisi).

«La nostra volontà è quella di migliorare le possibilità di crescita delle nostre aziende, salvaguardando posti di lavoro e garantendo entrate per la Regione», ha commentato l'assessore al Bilancio, Renzo Testolin.

Il presidente della Regione, Antonio Fosson, ha chiesto all'aula di «decidere u un'emergenza con grande senso di responsabilità» sottolineando il fatto che «questo testo di legge nasce proprio dall'intenzione di non falcidiare 48 milioni, ma trasferirli in un capitale, seppure a rischio, che non potrà essere utilizzato subito ma sarà utile».

La Lega, che non ha partecipato al voto, per voce del suo ex assessore Stefano Aggravi ha presentato una serie di dubbi sulla futura necessità di procedere con una ulteriore ricapitalizzazione. «Dai dati in possesso e da quanto emerso in sede di audizione e della natura dello Strumento finanziario partecipativo resta il dubbio circa la presenza di un capitale positivo alla luce delle perdite che colpiscono il patrimonio - ha evidenziato -. Inoltre, a seguito dell'omologa, nel complesso il patrimonio avrà un ammontare positivo, ma il suo capitale sarà azzerato. Questo imporrà necessariamente una operazione di ricapitalizzazione».  E poi ancora Aggravi: «questa legge migliora o peggiora la situazione di quei consiglieri ai quali la Corte dei conti ha interrotto il giudizio in primo grado?».

Per Mouv', altro gruppo che non ha partecipato al voto, «è mancato il tempo per esaminare questo ddl in Commissione». Il consigliere Roberto Cognetta lo ha definito un «barbatrucco contabile» ideato per «non addossare ulteriore danno a consiglieri già coinvolti».

Daria Pulz, di ADU, ha parlato di «scempio di denaro pubblico concesso anche quando sarebbe stato forse ancora possibile salvare il Casinò attraverso una riorganizzazione lucida, ragionata, e non con i soliti finanziamenti facili che notoriamente hanno rovinato la Valle d'Aosta. Noi siamo per i finanziamenti facili quando si parla di sanità pubblica, di scuola pubblica, non per il Casinò pubblico. È evidente il conflitto di interesse in cui si trova l'attuale maggioranza».

Il M5s, anch'esso assente alla votazione, ha evidenziato con il capogruppo Luigi Vesan che «sembra un mero gioco contabile il fatto di dire ai valdostani che recupereranno i 48 milioni. Questa somma non è più nella disponibilità delle casse della Regione e non sarà questo testo di legge a restituirla. La nostra posizione è quindi di perplessità».

Infine per Chiara Minelli, di Rete Civica, lo Strumento finanziario partecipativo «non è l'unica strada, ma è percorribile e legale. Se questo disegno di legge salverà il Casinò non possiamo saperlo, lo potrà dire solo il Tribunale. Ciò che è certo è che la fine della Casa da gioco sarebbe un disastro per i lavoratori e per l'indotto, pertanto non vanno fatti giochi al massacro».

 

 

 

 

Marco  Camilli