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L'Aloe Arborescens Superiore, il "toccasana" del Mahatma Gandhi
Efficace 30 volte più dell'aloe vera, aiuta a contrastare disturbi gastro-intestinali ed effetti collaterali della chemioterapia: la coltiva e commercializza il naturopata Gianfranco Lanza

 

Viene coltivata a Salvador de Bahia, la più grande città nera del Brasile. Il suo nome scientifico è Aloe Arborescens Superiore, specie botanica terapeutica «trenta volte più efficace della comune Aloe Vera, reperibile con facilità nelle erboristerie e nelle farmacie», dice Gianfranco Lanza, naturopata, residente a Sauze D'Oulx, (Torino), laureato in Scienze naturali all'Università di Miami, negli States.

Questa pianta brasiliana è cresciuta rigogliosa, dal 1996, nel terreno di mamma Ottavia Ghignone, a Pecetto Torinese, località dove è allestito lo studio del dottor Lanza; gli altri due sono in città europee. A questa pianta vengono attribuite, come confermano le numerose testimonianze e sperimentazioni, valide proprietà antitumorali e di supporto durante le terapie neoplastiche e la radioterapia. Non sostituiscono le cure degli oncologi, ma le affiancano in maniera autorevole, inibendo nausea, vomito, mucosite, sgradevoli effetti collaterali della chemioterapia, soprattutto.

«Non parliamo di effetto miracoloso - premette il dottor Lanza -, ma di importanti risultati. L'Aloe arborescens è un potente antiossidante ed è ricco di "emodina aloe", una molecola in grado di individuare le cellule tumorali rispetto a quelle sane. Scinde, cioè, quelle positive dalle negative. La sua assunzione, pertanto, scongiura l'insorgenza di cellule maligne. In particolare, quando c'è famigliarità di patologie oncologiche».

A questa pianta, simile al cactus, ma appartenente alla famiglia delle Liliacee, sono stati attribuiti eloquenti appellativi: "Guaritrice silenziosa", "Elisir della longevità", "Giglio del deserto". Documenti storici narrano che Dioscoride, medico dell'antica Grecia vissuto tra il 41 e il 68 d.C. e lo storico Plinio il Vecchio descrivessero l'efficacia dell'Aloe nella cura di numerosi disturbi. Si dice, poi, che Alessandro Magno, il Macedone, avesse conquistato l'isola di Socotra, nell'oceano indiano, per garantirsi una continua fornitura di aloe.

Un balzo di secoli ci porta agli Anni 70, epoca in cui l'Aloe è stata rivalutata dagli studi di ricercatori americani che l'hanno reintrodotta sul mercato mondiale con varie offerte: succhi, capsule e prodotti cosmetici.

«La usiamo molto sovente - riprende il Naturopata Lanza - per chi ha problemi infiammatori, di gastrite, colite, calcolosi biliare, diverticolite e colon irritabile. E' un immunostimolante e non è lassativa. Un ottimo integratore alimentare che ridona smalto al corpo e allo spirito».

Quella incredibile sostanza gelatinosa, amarognola, secreta dalle sue foglie regala all'organismo il benessere desiderato e consente di affrontare la fatica fisica e psicologica con maggior serenità e sicurezza.

Curarsi con l'aloe equivale a voler bene al proprio corpo. Ed è ancora una volta la saggezza popolare ad aver veicolato un rimedio naturale dalle grandi virtù. A chi chiedeva al Mahatma Gandhi il segreto della sua forza fisica durante i lunghi digiuni si sentiva rispondere. «La fede in Dio, il mio stile di vita essenziale e l'aloe di cui ho scoperto i benefici nel XIX secolo, al mio arrivo in Sud Africa».

Il prodotto si vende soltanto per corrispondenza, con la consulenza del dottor Gianfranco Lanza, telefonando al numero 011/8609125; on line, collegandosi al sito www.aloeghignone.com
 

 
 
 

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