Premio Flaiano: tra le opere partecipanti «In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito»

 

Copertina In clinica psichiatrica c’è il glicine fioritoC’è un libro sulla salute mentale tra le opere che partecipano al 51esimo Premio Internazionale “Ennio Flaiano” di Narrativa. Il libro in questione s’intitola “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito”, è stato pubblicato a settembre da Fides Edizioni (del Gruppo Editoriale Les Flâneurs), è stato presentato per la prima volta a ottobre a Palazzolo Acreide – nella Sicilia del Sud Est –, si è già aggiudicato il secondo posto al Premio Letterario Nazionale “Nadia Toffa” ed è in gara pure al Premio Letterario Nazionale “Tre Colori”.

Il motivo per cui so tutto questo, cari lettori di Aostaoggi.it, è lo stesso per cui il direttore editoriale di questo giornale, Marco Camilli, mi ha offerto di tenere la rubrica settimanale “(In)Sani di Mente”. L’autrice del libro sopra citato sono io.

Si tratta del secondo libro che ho pubblicato: il primo s’intitola “Inerti”, è stato dato alle stampe da Autodafè Edizioni, ha vinto il Premio Letterario Nazionale “Augusta” – patrocinato dal Salone Internazionale del Libro di Torino, dalla Fondazione Treccani, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino –, è stato finalista al Premio Letterario Nazionale “Piersanti Mattarella” e romanza(va) una mia inchiesta giornalistica su un presunto traffico di rifiuti in Sicilia… ma questa è un’altra storia.

Quando mi sono presentata a voi per la prima volta, un mese fa, ho scritto: “Sono una giornalista e scrittrice siciliana. Nata e cresciuta a Palermo, da qualche anno ho lasciato il capoluogo e mi sono trasferita in uno dei “Borghi più Belli d’Italia”: Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Ho cambiato radicalmente abitudini, lavori, relazioni, vita… ma non ho mai smesso di scrivere. Da un paio d’anni, in particolare, mi occupo di salute mentale. Me ne occupo perché ho cominciato a scriverne”.

Ho deciso di tenere la prima presentazione ufficiale di “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito” nel paese in cui mi sono trasferita per testare la reazione di un centro abitato molto più piccolo rispetto a quello in cui ho vissuto fino a pochi anni fa.

Mi sono resa conto che, spesso, persino le persone apparentemente più aperte nutrono dei pregiudizi. Li nutrivo io nei confronti dei lettori di provincia. Li nutrivano loro nei miei confronti. E chissà che non ne nutrano ancora. Ma anche questa è un’altra storia…

Quella che ho scelto di rendere pubblica, invece, è proprio la mia di storia. Ho scritto “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito” durante il mese che ho trascorso all’interno di questo tipo di struttura sanitaria per curare la mia depressione.

Nel mio secondo libro ho scritto tutto ciò che ho visto, vissuto, sentito, provato all’interno di quello che definisco come uno dei “nuovi manicomi”. Dal 1978, la Legge Basaglia ha sancito la chiusura dei “vecchi manicomi” in Italia. Ma quanto sia realmente cambiato da allora è la triste domanda che pongo nelle 270 pagine che ho “buttato giù” praticamente di getto.

Per la loro pubblicazione devo davvero ringraziare Fides Edizioni, la casa editrice che fa parte del Gruppo Editoriale Les Flâneurs: è stato il mio attuale editore a credere nelle potenzialità di questo mio nuovo lavoro e a offrirmi la soluzione per essere pubblicata in tempi relativamente brevi, rispetto alla normale programmazione delle case editrici.

Ai lettori porgo umilmente la mia più autentica e sincera confessione: da quando sono entrata, per l’ultima volta, all’interno di una clinica psichiatrica a quando ne sono uscita. Cosa è accaduto al mio arrivo, cosa è avvenuto durante la mia permanenza, come sono andata via dalla struttura… dopo un primo, azzardato e prematuro, tentativo di ritornare nel mondo dei cosiddetti “sani”.

Questa, a distanza di un mese dalla nostra prima conoscenza sulle pagine di Aostaoggi.it, è la mia doverosa presentazione che, di comune accordo con Marco Camilli, abbiamo deciso di posticipare un po’. Fino a oggi avete letto l’intervista alla Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana e le due interviste a “Paola”, la signora di Trieste che – pur chiedendomi di mantenere l’anonimato – ha coraggiosamente raccontato l’esperienza della madre, infermiera professionale all’Ospedale Psichiatrico di Trieste prima e dopo la riforma Basaglia ma, soprattutto, la “morte per depressione” di suo fratello all’Ospedale di Cattinara… sempre del capoluogo friulano.

Da mercoledì prossimo, altre interviste e altre storie vi attendono: dal nord al sud d’Italia. Isole comprese. A voi rinnovo l’invito a scrivermi all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (come vi ho già detto, ho disattivato i miei canali social per tutelare la mia salute mentale) per – se volete – fornirmi altri racconti sul tema di questa rubrica settimanale che, come nel caso di “Paola”, potete affidarmi anche voi in maniera del tutto anonima.

Grazie a tutti… di tutto ciò che vorrete condividere con me e con i lettori.

 

Barbara Giangravè
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