L'infarto del muscolo cardiaco: sintomi, diagnosi, prevenzione e terapie


La Salute su Aostaoggi.it - a cura del dott. Franco Brinato

 

AOSTA. L'infarto miocardico acuto (popolarmente noto come "attacco di cuore") è uno dei più frequenti eventi cardiovascolari nel mondo occidentale. In Italia ogni anno sono colpite circa 120.000 persone, in Valle d'Aosta i casi oscillano tra i 250 e 300 l'anno. Fattore decisivo per la sopravvivenza e la riduzione delle complicanze, dopo un evento infartuale, è il riconoscimento precoce dei sintomi e la tempestività nell'intervento.

Che cosa è l'infarto?
L'infarto è la morte di una parte del muscolo cardiaco, detto miocardio, dovuta a un'ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue.

Perch si ha l'infarto e quali sono le cause?
La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va ad ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco); normalmente la trombosi si verifica su una placca aterosclerotica, una malattia delle arterie dovuta ad un accumulo di colesterolo e cellule che si sviluppa lentamente all'interno di una coronaria. La placca può rompersi improvvisamente e provocare un aggregazione delle piastrine (cellule del sangue con la funzione di riparare le lesione delle arterie e bloccare eventuali emorragie). L'aggregazione delle piastrine forma un trombo sulla placca ulcerata ed il trombo, ingrandendosi, finisce con l'ostruire completamente la coronaria, interrompendo il flusso di sangue. Se il coagulo non viene rimosso rapidamente, la zona di miocardio irrorata da quell'arteria muore e si verifica l'infarto.

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Quali sono i fattori che aumentano il rischio di infarto?
Alcuni fattori sono determinati:
- L'età: l'incidenza di infarto miocardico acuto aumenta esponenzialmente con l'età (427/100.000 casi tra i 45 ed i 59 anni, 1.415/100.000 casi oltre i 59 anni);
- Il colesterolo alto (valore di colesterolo totale >200 mg/dl in presenza di una quantità bassa di colesterolo HDL <50 mg/dl, il cosiddetto colesterolo buono);
- l'Ipertensione arteriosa (valori pressori superiori a 140/90mmHg aumentano il rischio);
- il Diabete mellito;
- La familiarità (maggior rischio per i soggetti con genitori, fratelli/sorelle che hanno avuto un infarto);
- L'uso di droghe (cocaina e amfetamine);
- Abitudine al fumo (nelle donne il fumo di sigaretta è particolarmente dannoso, soprattutto se associato all'uso di contraccettivi orali).

infartoQuali sono i sintomi di allarme?
È importante ricordare che l'infarto rappresenta un'emergenza. E' una malattia definita tempo-dipendente, nel senso che è necessario arrivare tempestivamente in ospedale per essere sottoposti nelle prime ore dai sintomi alla terapia trombolitica, necessaria per ricanalizzare l'arteria ostruita ed evitare la morte del muscolo cardiaco. Riconoscere i sintomi premonitori quindi è di fondamentale importanza.
Il sintomo più caratteristico è il dolore, che in genere insorge durante un'attività fisica o una forte emozione. Il dolore che può restare localizzato e limitato al torace o irradiarsi alle spalle e alle braccia (più comunemente il sinistro), al collo, alla mandibola, ai denti, al dorso. Il dolore può assumere la caratteristica di oppressione toracica (come una morsa stretta intorno al torace o come un peso che schiaccia il torace) o di mal di stomaco, come per un'indigestoine.
Il dolore può essere violento; dura in genere 20 minuti o più; può essere parzialmente e temporaneamente alleviato dal riposo o dall'assunzione di nitroglicerina sublinguale, un farmaco capace di aumentare il flusso di sangue al cuore spesso utilizzato da chi ha già avuto un infarto. Il dolore può anche non essere presente o essere trascurabile negli anziani, nelle persone con diabete e nelle donne. L'infarto può manifestarsi anche con altri sintomi: affanno improvviso, sudorazione fredda, nausea e vomito, svenimento, vertigini improvvise, stato d'ansia, debolezza marcata e improvvisa.

Cosa fare quando si sospetta un infarto?
Non si deve perdere tempo (ogni minuto diventa preziosissimo ). Il soggetto colpito, i parenti o qualsiasi persona vicina devono:
- Non perdere la calma;
 - Allertare il sistema d'emergenza;
- Dare indicazioni precise sull'indirizzo e fornire un recapito telefonico all'operatore del 112;
- Ascoltare attentamente le istruzioni date dall'operatore sanitario;
- Spiegare nel miglior modo possibile i sintomi;
- Rimanere fermi e sdraiati in attesa dei soccorsi.
L'obbiettivo è arrivare il prima possibile in ospedale.
Le cose da non fare:
- Aspettare e perdere tempo;
- Cercare di rintracciare il proprio medico curante;
- Recarsi in ospedale in autonomia e con mezzi propri.

Come si arriva alla diagnosi?
La diagnosi di infarto acuto avviene attraverso i sintomi, il dolore, il dosaggio nel sangue della troponina (una sostanza liberata dalle cellule cardiache dopo alcune ore dall'evento), l'elettocardiogramma (che evidenzia l'alterazione della mobilità di una regione del muscolo cardiaco) e l'individuazione di un trombo
all'interno di una coronaria attraverso la coronarografia (un esame speciale a raggi X del cuore e dei vasi sanguigni).

Come si cura un infarto del cuore?
Il trattamento di prima scelta per l'infarto del miocardio è l'angioplastica coronarica che consiste nel dilatare la coronaria occlusa dal trombo, mediante uno speciale “palloncino”, e nel posizionare nella coronaria riaperta uno (o più) stent. Lo stent è una retina metallica che serve a “puntellare” la parete dell'arteria. Questa retina metallica può essere ricoperta di farmaci (stent medicato) che hanno lo scopo di evitare che si formi, nel punto in cui l‘arteria è stata dilatata, una specie di cicatrice esuberante che potrebbe ostruire nuovamente il vaso. Per evitare la morte del muscolo cardiaco queste terapie devono essere effettuate quanto più velocemente possibile, idealmente entro 60-90 minuti dall'arrivo in ospedale.
Nel caso in cui non sia possibile effettuare l'angioplastica (ad es. se l'ospedale dove viene trasportato il paziente non è attrezzato per questa procedura), il paziente può essere trattato con farmaci che servono a sciogliere il trombo (terapia trombolitica) somministrati per via endovenosa.
La terapia trombolitica va somministrata entro 30 minuti dalla prima valutazione medica dell'infartuato, altrimenti la parte di miocardio interessata dall'infarto è destinata a non sopravvivere. Tanto più precocemente si interviene, tanto più si ha la possibilità di salvare dalla morte il muscolo cardiaco ed evitare le complicanze.

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Si può prevenire l'infarto?
La prevenzione rappresenta un capitolo molto importante nel quadro delle patologie cardio-circolatorie. E' stato infatti ormai accertato da numerosi studi e ricerche che esistono alcune condizioni che aumentano, anche di molto, il rischio di infarto. La possibilità di sviluppare un infarto è continua e aumenta con l'avanzare dell'età, pertanto non esiste un livello in cui il rischio è nullo. Tuttavia è possibile ridurre le probabilità di attacco di cuore attraverso uno stlie di vita sano e rispettando alcune semplici regole come:
- Smettere di fumare;
- Mantenere sotto controllo la pressione arteriosa che deve rimanere al di sotto di 140/90;
- Controllare la glicemia;
- Seguire una alimentazione corretta con limitato consumo di grassi saturi (carne, burro, formaggi, latte intero) e di sale ed aumentando le fibre (verdura,
frutti, legumi) ;
- Mantenere a livelli bassi la colesterolemia (livellidi LDL non superiore a 100mg/dl e un colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl);
- Praticare attività fisica (non è necessario fare sport o svolgere attività particolarmente faticose, è sufficiente camminare per 30 minuti al giorno);
- Mantenere il peso ideale;
- Evitare il più possibile situazioni che provocano stress;
- Evitare l'assunzione di droghe.

 

dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso