Lavoro femminile, luci ed ombre per la Valle d'Aosta

Le donne hanno retribuzioni inferiori agli uomini e affrontano difficoltà a fare carriera. Ma rispetto all'andamento nazionale, la Valle d'Aosta fa bella figura

Presentazione del RapportoIl mondo del lavoro della Valle d'Aosta è tra i più "femminilizzati" d'Italia, ma nonostante ciò racchiude alcune ombre. Lo si evince dal rapporto sull'occupazione maschile e femminile frutto dell'analisi della rilevazione (obbligatoria per legge) sui divari di genere nelle grandi aziende.

«Il mondo del lavoro è molto femminilizzato», ha detto la consigliera di parità, Katya Foletto, nel presentare il rapporto elaborato dall'Osservatorio economico e sociale regionale. «La Valle d'Aosta - ha aggiunto Dario Ceccarelli, dell'Osservatorio - ha uno scostamento dal dato medio nazionale molto rilevante. Ricordiamo che l'Italia è al penultimo posto in Europa per l'occupazione femminile, davanti solo alla Grecia».

I dati emersi dai questionari compilati dalle aziende fanno riferimento al particolare periodo 2020/2021 e riguardano le imprese con più di 50 dipendenti. Queste attività sul territorio sono circa 70 e garantiscono occupazione a circa 8.300 persone, di cui poco più di 3.000 sono donne. Quest'ultimo dato evidenzia una delle caratteristiche del mondo del lavoro: sembrano essere le aziende con dimensioni minori ad offrire maggiori opportunità di lavoro per le donne.

L'analisi dei dati conferma l'ampio utilizzo del part time al femminile. Che sia una scelta volontaria o imposta, per esempio dalla necessità di conciliare famiglia e lavoro, nella situazione attuale i rapporti di lavoro part time riguardano circa il 20% dei dipendenti dalle grandi aziende, con una notevole differenza tra donne e uomini: il 45,3% per le prime e appena il 6,2% per i secondi. La tendenza sulle trasformazioni dei rapporti di lavoro va di conseguenza: per gli uomini si tratta soprattutto di stabilizzare il rapporto, mentre per le donne si tratta principalmente del passaggio al tempo pieno.

I questionari raccolto tra le aziende confermano inoltre la difficoltà per le donne a fare carriera. Il dato sul divario tra generi quando si parla di posizioni lavorative di vertice descrive bene questa situazione. Le lavoratrici rappresentano il 49% degli impiegati, ma nel passaggio di carriera il tasso di femminilizzazione crolla: le donne sono appena il 28,1% dei quadri e il 21% dei dirigenti. Le donne sono inoltre meno coinvolte nella formazione rispetto agli uomini, anche nel settore (quello terziario) in cui sono più presenti. 

Il rapporto infine conferma il gender pay gap, cioè la differenza di retribuzione a parità di posizione lavorativa. In media, le donne sono pagate l'11% in meno rispetto ai colleghi maschi.

«Questi dati fotografano una situazione passata, ma servono per organizzare le politiche del futuro», ha commentato l'assessore regionale allo sviluppo economico e lavoro Luigi Bertschy anticipando alcune indicazioni del prossimo Piano regionale del lavoro. «Le famiglie hanno bisogno di due redditi per costruire un percorso di vita», ha aggiunto a proposito del part time. La soluzione per ovviare al secondo stipendio "dimezzato" per il part time non sono dei contributi, ha affermato, bensì «una rete di servizi per consentire alla donna di svolgere l'attività lavorativa. Il nuovo Piano del lavoro dovrà riguardare anche questi aspetti».

Il rapporto, che sarà pubblicato nei prossimi giorni, rivela infine difficoltà simili per i lavoratori con disabilità. La presenza di questa categoria di lavoratori risulta inferiore all'atteso (3,3% rispetto al 7% previsto) e, soprattutto, nel periodo 2020-2021 preso in considerazione si registra una riduzione del 4,9%. 

 


Elena Giovinazzo

 

 

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