Supporto Psicosociale Croce Rossa Italiana: scopriamone di più grazie al Responsabile del Servizio, Fabio Specchiulli

Fabio Specchiulli

Archiviate le “festività” pasquali, nella speranza che chi combatte contro problemi di salute mentale ne abbia sofferto il meno possibile, abbiamo fatto una chiacchierata con il Responsabile del Supporto Psicosociale della Croce Rossa Italiana: Fabio Specchiulli.

La scorsa settimana, infatti, proprio in previsione dei giorni di “festa”, vi abbiamo parlato del numero di pubblica utilità, 1520 (), da comporre in caso di bisogno.

Se sentite la necessità di chiedere un aiuto di tipo psicologico, questa intervista fa proprio al caso vostro. Da Roma, dove ha sede il quartier generale dell’organizzazione, il dottore Specchiulli ha risposto ad alcune nostre domande.

Quando è nato il servizio di supporto psicosociale e come si è sviluppato?
Il servizio nasce nel giugno del 2019 per dare supporto e ascolto a tutte le persone che, durante il periodo estivo, si ritrovano a vivere una condizione di solitudine e isolamento sociale. Condizione che, per diversi motivi, influisce sul nostro stato emotivo e psicologico. Nel 2020, per via della pandemia da Covid, il Servizio si amplia, fornendo pronto soccorso psicologico per contenere e normalizzare tutte quelle reazioni conseguenti alle misure che ci furono imposte. Dopo la fase emergenziale, il Servizio si struttura fornendo un percorso di otto colloqui telefonici. La persona che necessita di aiuto chiama il 1520: a rispondere è un operatore di primo livello che, accogliendo la richiesta, apre un ticket di supporto telefonico. Sarà poi lo psicologo a richiamare la persona per fissare un primo colloquio. A oggi, il tempo di attesa si aggira intorno a un mese.

Da chi è composta l’equipe che risponde al numero di pubblica utilità 1520?
In questo momento l’equipe del 1520 è composta da operatori di primo livello e, cioè, operatori che accolgono le richieste di aiuto che possono essere diverse (dal supporto psicologico al pacco alimentare, passando per il trasporto sanitario) e da otto psicologi e psicoterapeuti con diverse specializzazioni.

Qual è stata la risposta dell’utenza? In particolare, chi si rivolge al vostro servizio?
Inizialmente, il Servizio veniva utilizzato soprattutto da persone anziane che soffrivano la condizione di solitudine e isolamento sociale. Ma non solo. Venivamo contattati molto spesso da persone con problemi psichiatrici, seguite da anni dai servizi pubblici ma solo per la terapia farmacologica. Nel periodo post emergenza Covid, il numero di persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni è aumentato, raggiungendo percentuali pari al 42% delle richieste totali. Le persone che ci chiedono aiuto, riportano soprattutto disagi relativi a difficoltà relazionali, disagi che rientrano nella sfera dei disturbi d’ansia e dell’umore.

Cosa avviene, di solito, dopo il primo contatto telefonico?
Dopo il primo contatto telefonico, che si svolge tra la persona che chiede aiuto e l’operatore di primo livello e durante il quale vengono raccolte un po’ d’informazioni, viene aperta una richiesta di supporto psicologico. Se si ritiene che la richiesta sia urgente, la persona viene richiamata in breve tempo dallo psicologo, altrimenti – come già detto – i tempi di attesa in questo momento si aggirano intorno ai 30 giorni. La persona che ha bisogno di aiuto e lo psicologo concordano quando avrà luogo il primo colloquio, al quale ne seguiranno altri sette, per un totale di otto colloqui. Obiettivo del Servizio è innanzitutto la presenza attenta di un professionista nella relazione di aiuto, supporto psicologico e psicosociale. In questa ottica, si cerca spesso di creare una rete di supporto anche con i servizi del territorio nel quale la persona in questione vive. Si cerca, ad esempio, di attivare i Volontari dei Comitati Territoriali della Croce Rossa Italiana per questioni relative a vissuti di solitudine o nei casi in cui la persona che seguiamo abbia necessità di mettersi in contatto con altri servizi socio-sanitari territoriali. 

Quali sono, se ce ne sono, gli aspetti del servizio che possono essere migliorati?
La richiesta di supporto psicologico è sempre in aumento. Croce Rossa Italiana è un anello di un sistema molto più grande e non può in nessun modo sostituirsi a quella che dovrebbe essere la risposta del Servizio Sanitario Nazionale. Servirebbero più professionisti e, al tempo stesso, siamo certi di svolgere un lavoro che ha un importante impatto positivo sulla collettività. Il Servizio, in questi anni, è diventato punto di riferimento per tante persone che sperimentano un esordio di disagio psicologico ed emotivo e, per queste persone, abbiamo riscontrato alte percentuali di miglioramento. Voglio dire, avere un porto sicuro e gratuito a portata di mano, quando il mare è in tempesta, è fondamentale. Da quel porto sarà poi possibile costruire il miglior percorso per quella specifica persona.
 
Il servizio risulta attivo dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, ed è rivolto a cittadini maggiorenni: pensate sia possibile renderlo attivo 7 giorni su 7, h24? Come fate a essere sicuri che chi vi chiama abbia già compiuto 18 anni? E perché, eventualmente, non potrebbero contattarvi anche i minori di 18 anni?
Il Servizio è attivo 6 giorni su 7 per dare anche ai professionisti la possibilità di riposare: crediamo molto pure nella cura degli operatori. Quando qualcuno ci chiama, risponde a delle domande e ci fidiamo di ciò che ci dice. Il nostro lavoro è aiutare le persone, non cercare la verità. Il Servizio è rivolto ai maggiorenni poiché per i minorenni necessiteremmo del consenso informato dei genitori. Resta il fatto che, se ci chiama una persona minorenne, cerchiamo comunque di dare tutte le informazioni necessarie per permettergli di chiedere aiuto ai servizi socio-sanitari presenti sul suo territorio.

 

Barbara Giangravè
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