Concertazioni sulle criticità minorili

I tempi dei compromessi politici sulle criticità dei minori valdostani non possono avere proroghe, poiché, ormai, le problematiche presenze giovanili non possono essere ignorate, facendo finta che non esistano quartieri dove la tutela dei minori sia latente e dove mancano serie iniziative per affrontare l’abbandono scolastico, le baby-gang, l’uso costante di stupefacenti e di alcol, il rifiuto di qualsiasi responsabilità sociale. Tutto ciò, e dell’altro, è noto alla società valdostana e precisamente ai servizi sociali, alle forze dell’ordine, ai politici, alle organizzazioni di volontariato e soprattutto al variegato, e abbondante, mondo delle strutture ideate e protette dai servizi sociali e dai politici, perché sono sempre collettori di voti.

Queste organizzazioni dicono di appartenere al volontariato, ma, di fatto, si preoccupano principalmente di salvaguardare gli introiti pubblici, da gestire senza alcun controllo pubblico e senza specifici protocolli operativi.

La preoccupazione dei voti è impellente, perché, nei prossimi mesi, si andrà al rinnovo del consiglio regionale e del consiglio comunale di Aosta. Appuntamenti che potrebbero riservare anche amare sorprese a chi da sempre è ancorato a poltrone pubbliche, rendendo la vita politica una ben retribuita fonte occupazionale. C’è chi esercita, da sempre, il mestiere di politicante e non esita a cambiare repentinamente la propria collocazione politica (cd. casacca) quando annusa che potrebbe perdere certi privilegi. Questa è solo malapolitica, permessa dai cittadini, che continuano ad eleggere politici non in base alle loro testimoniate capacità amministrative, etiche e sociali, ma tenendo presenti i propri vantaggi per un consigliere amico nel Palazzo regionale o comunale.

Proprio in occasione del rinnovo degli apparati politici che governeranno la regione e gli enti locali, è indispensabile valutare i programmi politici dei candidati (quelli scritti, ma non quelli volubili, formulati per soddisfare questo o quel cittadino-elettore) e della formazione politica che li sostengono, per poi scegliere quello che maggiormente incarna le aspettative della popolazione. Il problema minorile e giovanile è palese a tutti e non si comprende come mai l’assessore regionale ai servizi sociali non l’ammetta e continua a ripetere che “in Vda va tutto bene e non esistono problemi socio-sanitari giovanili”.

L’emergenza minorile e giovanile non può essere lasciata in balia di se stessa, ma occorre che si crei un laboratorio operativo che coinvolga istituzioni pubbliche e associazioni di volontariato per una disamina del fenomeno, al fine di individuare i possibili rimedi, arrivando ad una concertazione di tutti, giovani, genitori, forze politiche e sociali, scuola, chiesa cattolica e valdese, forze dell’ordine, tribunale, associazioni di volontariato con comprovata esperienza nel mondo minorile, sia sui fini che sui mezzi da mettere in campo. Una concertazione è necessaria e non più rimandabile per l’alto numero dei minori e dei giovani che hanno scelto la strada come maestra di vita.

Una scelta che, indubbiamente, chiama in causa il nostro silenzio e la nostra assenza, sia come cittadini che come esponenti del mondo politico e delle istituzioni e che rimarca la necessità di ampliare il numero degli operatori sociali non con figure labili e impreparate, ma con professionisti preparati e non solo dotati di titoli professionali, per i quali, i fatti, troppo spesso, ne evidenziano la inutilità. Di questo ne parleremo in un nostro prossimo intervento.

Concertazione vuol dire mettersi attorno ad un tavolo e riferire le proprie esperienze nel mondo critico dei giovani, cercando di individuare delle valide risposte ai singoli problemi che emergeranno nell’incontro, che sistematicamente dovrà essere ripetuto per avere una visione chiara della situazione locale e per sottoporre in modo informale, poi, le valutazioni concertate con i giovani stessi e, successivamente, arrivare ad una possibile concertazione di iniziative condivise sia con i giovani che con la società tutta.

Il mondo politico non potrà essere indifferente a questa emergenza, perché, altrimenti, c’è da chiedersi a chi servano tante strutture pubbliche (eccessive in Vda) che hanno un rilevante costo alle casse dello Stato e che, purtroppo, spesso, sono un peso per la collettività valdostana e italiana.

La nostra associazione, da quindici anni, spesso, supplisce le carenze del pubblico e denuncia pubblicamente l’inefficienza dei servizi sociali e di tutte quelle strutture a loro collegate, il cui compito è solo quello di garantire uno stipendio agli addetti (sempre gli stessi), quasi sempre impreparati, ma fortemente arroganti per nascondere, forse, la loro inadeguatezza. L’ente pubblico, che, con molta facilità, elargisce loro un reddito, non effettua, poi, nessun controllo sul loro operato, delegando a farlo la struttura di appartenenza. Mai un gatto si morde la propria coda, però!

 

Ubaldo Valentini, pres. Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps),
tl. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.genitoriseparati.it

 

 

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