Lago di Brusson, rammarico del sindaco Grivon: navigabilità sarebbe un atout turistico

Il parere negativo del Consorzio pesca alla navigazione nel bacino è accolto con dispiacere dall'amministrazione comunale. E il sindaco auspica un ripensamento

Laghetto di BrussonBrusson accoglie con «grande rammarico» il parere negativo alla navigazione nel bacino idroelettrico di CVA. Il sindaco Danilo Grivon ne parla anche alla luce della discussione avvenuta giovedì in Consiglio Valle sulla possibilità di consentire alle barche di navigare nella riserva di pesca turistica.

L'amministrazione comunale di Brusson «ha individuato nell'area Laghetto il punto nodale per lo sviluppo dell’offerta turistica del territori», sottolinea il sindaco in un comunicato. Nel tempo sono stati realizzati parcheggi, parco giochi e quest'anno il Comune ha pubblicato con «un bando a gara aperta per la gestione dell’area tendente a privilegiare l’offerta di servizi, soprattutto se innovativi». E «l'utilizzo del bacino idroelettrico ai soli fini della navigabilità a mezzo barca è risultato essere il servizio più interessante ed innovativo ed è stato proposto da tutti e tre i partecipanti al bando».

Trattandosi di riserva di pesca, il bacino è sotto la gestione del Consorzio pesca della Valle d'Aosta che lo scorso 24 maggio ha ufficializzato il "no" alla navigabilità e ha ribadito il parere pochi giorni dopo in occasione della riunione del Cda. Tuttavia, evidenzia Grivon, sia CVA sia la Regione considerano lo specchio d'acqua navigabile con «alcune prescrizioni» e in presenza di «un adeguato piano di sicurezza».

L'auspicio espresso dal primo cittadino è che da un confronto possa nascere «una soluzione consensuale utile all'esercizio in sicurezza delle rispettive attività, come già avviene in realtà similari di altre regioni alpine italiane».

Tra l'altro, sottolinea infine il primo cittadino di Brusson, lo sfruttamento del bacino per scopi turistici sarebbe «un atout di grandissimo valore non solo per il comune di Brusson ma per l’intera Val d'Ayas».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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