A Champorcher «distrutta una torbiera» per realizzare un bacino per l'innevamento artificiale
"Più ruspe che camosci in Valle d'Aosta". Questo il commento che accompagna una fotografia dei lavori in corso a Champorcher, a Laris, per realizzare un invaso artificiale per le pista da sci. Nell'immagine è ben evidente l'impatto delle attività di scavo e movimentazione del terreno dei diversi macchinari all'opera.
Sulla presenza di ruspe ad alta quota interviene Legambiente. «Quello che è particolarmente grave è il fatto che, per creare l'invaso, si è in gran parte distrutta una torbiera, che rappresenta un archivio naturale e antropico, un ecosistema altamente fragile, importante e tutelato a livello europeo», dice l'associazione. «L’ottima conservazione del sito di Laris poteva favorire lo studio e l'analisi della frequentazione umana nei secoli e della coltivazione di cereali, ben documentata dalla presenza di un “grenier” a una quota di 1900 m.s.l.m. in stato di degrado». Invece «la creazione dell'invaso comporta l'asportazione dei depositi torbosi con scavi e sterri alti anche oltre i 3 m., lo scavo di profonde trincee per posizionare le condotte di innevamento. Per favorire le piste il terreno viene rimodellato nelle pendenze, con scavi e riporti che interessano un'area molto ampia».
«Riconosciamo - aggiunge Legambiente Valle d'Aosta - che, almeno al momento, gli amanti dello sci siano molto più numerosi rispetto a quelli interessati alla storia, alla natura e al paesaggio. Però potrebbe venire il giorno in cui, venendo a mancare del tutto la possibilità di produrre la neve artificiale, magari si rimpiangeranno le risorse naturali distrutte: le scelte attuali condizionano infatti le prospettive future».
E.G.