La riapertura del 3 giugno dei confini per Piemonte e Lombardia è in forse e la Valle d'Aosta potrebbe rimanere isolata suo malgrado
AOSTA. La Valle d'Aosta è tra le Regioni che al momento registrano tra le più basse incidenze di nuovi casi positivi al Covid 19 a fronte di un alto numero di tamponi effettuati (il più alto rispetto alla popolazione). La situazione è per ora sotto controllo nonostante il pasticcio dell'indice di contagio Rt e fa ben sperare per la fase 3 dell'emergenza e soprattutto per la stagione turistica. Molto però dipende dal resto d'Italia e ancora di più dalla situazione nelle regioni confinanti che ad oggi non appare altrettanto rosea.
Piemonte, Liguria e Lombardia sono le regioni con i più alti casi di contagio e, in queste condizioni, il 3 giugno potrebbero non essere in grado di riaprire i confini regionali. La Valle d'Aosta è direttamente interessata dalla situazione di queste tre "sorvegliate speciali". Da Piemonte e Lombardia arriva la maggior parte dei connazionali che trascorrono le vacanze nelle località valdostane: una eventuale chiusura prolungata spazzerebbe via il turismo di prossimità che per la Valle è vitale e che non potrà essere compensato né dalla riapertura dei collegamenti internazionali né da un eventuale confinamento dei valdostani entro i confini regionali nei mesi estivi.
La chiusura della regione a noi più vicina avrà l'ulteriore effetto di rendere la Valle d'Aosta una meta particolarmente scomoda da raggiungere per tutti coloro che provengono da località più lontane a rischio epidemiologico basso. Per arrivare a Pont-Saint-Martin, attirati magari da una delle pubblicità turitiche che l'Amministrazione regionale sta promuovendo, i turisti dovranno attraversare per forza la "zona calda" piemontese (e, a seconda della provenienza, anche Lombardia o Liguria). Se e in quali condizioni sarà possibile farlo, ancora non è chiaro.
La situazione, è bene precisarlo, è in costante evoluzione. Si è parlato negli ultimi giorni di un passaporto sanitario che il ministro per gli affari regionali ha già bocciato come "incostituzionale". Il resto galleggia nell'incertezza e lo spettro di una estate semi deserta aleggia nei pensieri di tanti operatori turistici che sperano nei mesi estivi per tornare a lavorare e ripianare le perdite delle ultime settimane.
Clara Rossi