In Valle d'Aosta un grido di disperazione ai politici: andate a lavorare

La sanità ormai distrutta, la povertà dilaga e la sfiducia ormai è in ogni casa

 

Marco Camilli

Sono anni che questi 35 signori occupano il "bianco" palazzo di Aosta. Maggioranze che si distruggono, partiti che nascono dal nulla, presidenti della Regione che per disperazione, stanchezza o problemi giudiziari si dimettono. Una tragica storia di incompetenze, faide interne, malaffari che - tranne alcune eccezioni - fanno della classe politica valdostana la peggiore della nostra nazione. Mi spiego. Classi politiche non proprio eccelse esistono ovunque, ma quantomeno altrove sono capaci di salvare la faccia e di mantenere una apparente volontà di dialogo con cittadini e mezzi di informazione. Qui non è rimasto più nemmeno questo.

Ora gli elettori attoniti vedono questi signori sfidarsi a singolar tenzone per accaparrarsi qualche grammo di potere in più. Intanto si sprofonda sempre più verso l'abisso del dolore. La maggioranza si è sciolta come neve al sole e ha preso in giro i più deboli con il social bonus per poi decurtarlo per rifarsi di tasse non pagate durante il lockdown. Ma gli errori commessi da loro, chi li ripaga? Anche se talvolta assolti da una giustizia attenta, le intercettazioni telefoniche e ambientali ci hanno fatto scoprire i rapporti di nomi eccellenti con la malavita organizzata per elemosinare un po' di voti. E quelle intercettazioni rimangono.

Non servirebbe nemmeno una nuova legge elettorale come soluzione per far emergere una forte e onesta maggioranza in Regione. Basterebbe che certi signori non si candidassero più e andassero a casa. Parlo di quei signori che hanno contribuito a distruggere l'economia e l'onore della Valle d'Aosta perché troppo impegnati a preservare il proprio posto e meno interessati a lavorare per dare alla nostra regione gli strumenti per affrontare le grandi sfide di questo tempo. Ora vedrete che qualcuno di loro sarà proposto come nuovo presidente della Regione. Ma non conoscono la vergogna?

Sarebbe ora di dire basta ai soliti riti di incontri per la spartizione di un potere diviso tra persone che hanno la responsabilità morale di scelte scellerate, irrispettose per il popolo valdostano. Tutto il popolo, anche quello che mangia nelle mense della Caritas, che deve rinunciare a scaldare casa e magari persino a illuminarla. Ma non dimentichiamo che questi sacerdoti dell'assurdo vivono in ambienti confortevoli e pasteggiano su tavole imbandite.

Sarebbe ora di mettere fine a questo andazzo e dire: "andate a lavorare".



Marco Camilli

 

 

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