Valle d'Aosta, inchiesta Egomnia: il tribunale archivia, il popolo non dimentica

Riceviamo e pubblichiamo

 

Qualche giorno fa a proposito dell'archiviazione dell'indagine Egomnia su uno spazio editoriale dedicato alla Valle d'Aosta ho letto: «novecento pagine con immagini in bianco e nero che erano scivolate in modo irrituale nel processo Geenna sulla presenza della ‘ndrangheta in Valle d'Aosta»

Chi ha scritto questo articolo ha utilizzato parole per descrivere un'operazione poliziesca con le foto in “bianco e nero” che rimandano a climi di guerra fredda, di film di spionaggio in cui la Stasi spia i cittadini della Germania dell'Est (se non l'avete visto guardate il film “la vita degli altri” film del 2006 di Florian Henkel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero).

Carabinieri in bianco e nero, o meglio in nero e rosso, che fotografano, ascoltano nel generale clima di sospetto. La parola però che stona è: «scivolate in modo irrituale», come se un'anonima manina avesse fatto "scivolare" con astuta cattiveria delle fotografie compromettenti di politici valdostani che frequentavano indagati, in seguito condannati da due Corti per associazione per delinquere di stampo mafioso, allora e adesso innocenti fino a prova contraria avendo ricorso alla Corte di Cassazione (che sul processo Geenna si pronuncerà il 23 gennaio 2023).

La parola "irrituale" è scorretta, fuorviante. Nel processo penale esiste una "strategia processuale" sia da parte della difesa che dell'accusa. Nessuno ha "infilato" fotografie "compromettenti" tipo scoop da rivista scandalistica, ma è stata depositata una corposa informativa dei Carabinieri che aveva quale scopo supportare l'accusa a carico egli imputati. I nuovi imputati sono stati correttamente avvisati delle indagini a loro carico dandogli la possibilità di difendersi; tutto a norma di legge, tanto che il GIP (Giudice Indagini Preliminari) che in quel momento era chiamato a “giudicare” ha accettato i nuovi documenti. Nessuna irritualità, nessun gioco sporco di agenti della presunta Stasi.

Sul perché della richiesta di archiviazione, sarebbe interessante leggere le motivazioni del P.M. , non so se questo sarà possibile.

A parte la legittima soddisfazione degli indagati per la conclusione positiva del processo penale a loro carico, sullo sfondo rimangono delle domande. Perché politici locali, alcuni dei quali affermati professionisti, laureati si rivolgevano a un gestore di un ristorante e un imbianchino e un croupier, con tutto rispetto parlando per le due professioni ma non politicamente necessarie, per chiedere che cosa? Sullo sfondo rimangono i toni delle conversazioni intercettate, le strette di mano fotografate dai Carabinieri. Questa domanda è stata posta dal presidente del Tribunale di Aosta dott. Gramola a una imputata durante il processo Geenna senza ricevere risposta. Qual era il fascino di queste persone? Erano così necessarie per il procacciamento di importanti pacchetti di voti? La ricerca di voti veramente giustifica il frequentare chiunque senza prima fare due verifiche, oltretutto la Valle d'Aosta è piccola. Dalla richiesta di archiviazione penalmente non c'è un reato da giudicare a un processo ma gli elettori, forse, avrebbero diritto di sapere.

Un aspetto è consolante che in Valle la Stasi non esiste e le Forze di Polizia e la Magistratura hanno agito e si sono mosse nella più completa legalità. Il resto sarà la storia a giudicare. E lì non c'è appello.

 

 

lettera firmata

 

 

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