Stanziati 60 milioni di euro per i dipartimenti di salute mentale: ma gli ammalati di questo Paese non possono più aspettare

 

Un vecchio proverbio recita: “Domandare è lecito, rispondere è cortesia”.

Ed è per questo che noi, dopo la diffusione del video tramite il quale il Presidente del Consiglio in carica, Giorgia Meloni, ha annunciato in pompa magna lo stanziamento straordinario di 60 milioni di euro destinati ai dipartimenti di salute mentale, in tutta Italia, abbiamo tentato di contattare la diretta interessata per porle qualche domanda.

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Purtroppo, la settimana scorsa, il Paese era ancora in piena campagna elettorale per le Europee e, lungi da noi volerci schierare da qualsivoglia parte, abbiamo atteso pazientemente che qualcuno dell’ufficio stampa della Presidente Meloni rispondesse alla nostra richiesta.

La risposta, come potete leggere voi stessi dall’immagine pubblicata a corredo di questo pezzo, è stata: “Dato il tema specifico di suo interesse, potrebbe provare a richiedere l’intervista a figure istituzionali di competenza specifica”.

Come dire che la persona che ha fatto un annuncio di questa portata non solo non è una figura istituzionale – nonostante sia il Presidente del Consiglio in carica – ma non possiede le competenze (sicuramente non specifiche) per illustraci in che modo il governo da lei presieduto passerà dalle parole ai fatti.

Lo scorso mese di marzo, intervistammo uno psichiatra di Genova e, relativamente ai finanziamenti statali destinati alla salute dei cittadini, il dottore dichiarò: “A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, il Pil destinato al Servizio Sanitario Nazionale ammontava all’8%. L’attuale governo ha fatto scendere questa cifra al 6,1%”.

Giorgia Meloni, nel video diffuso on line la settimana scorsa, diceva: “…penso allo stanziamento straordinario di 60 milioni per i dipartimenti di salute mentale, in un tempo nel quale il tema della salute mentale sta diventando sempre più preoccupante”.

Su di una cosa siamo assolutamente d’accordo: la salute mentale dell’Italia sta diventando sempre più preoccupante. Su di un’altra cosa, però, ci viene voglia di arricciare un po’ il naso.

Storicamente, infatti, l’Italia è stato sempre il Paese dei finanziamenti a pioggia… concessi come si fa quando il diritto dei cittadini viene fatto passare per un favore accordato dai governanti ai loro elettori.

Anche in questo caso, lungi da noi pensare che si tratti di un’operazione del genere. Anzi. Ma, nell’attesa di trovare qualche “anima pia” disposta a rispondere alle nostre domande, ecco cosa vorremmo sapere…

Da dove provengono questi 60 milioni di euro destinati ai dipartimenti di salute mentale?

Quanti dipartimenti di salute mentale esistono in Italia?

In base a quale criterio verranno suddivisi questi fondi?

Anziché usare costantemente il più classico dei “pannicelli caldi” affinché funga da cura palliativa di una malattia ormai endemica, perché non seguire l’esempio – stranamente virtuoso – della mia regione, la Sicilia?

All’inizio di questa rubrica settimanale, infatti, intervistammo anche la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sicilia, la quale ci spiegò – con dovizia di particolari – come ci si sta muovendo sull’isola per raggiungere l’ambizioso, quanto necessario, obiettivo dell’istituzione dello Psicologo di Base.

Elezioni Europee archiviate e risposta negativa dell’Ufficio Stampa di Giorgia Meloni a parte, continueremo a tenere le antenne ben dritte per saperne di più al riguardo. La notizia di questo stanziamento, forse, è passata inosservata dai più. Ma noi, che siamo particolarmente sensibili a questo argomento, abbiamo assoluto bisogno di saperne di più.



Barbara Giangravè
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