Esiste un modo per prevenire un suicidio?

Immagine

Ieri (martedì 10 settembre, n.d.r.) si è svolta la Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio.

Nella cattolica (nonostante il cattolicesimo non sia religione di Stato) Italia, un tempo erano vietati i riti funebri di un suicida all’interno di una chiesa.

Il suicidio, infatti, è considerato dai cattolici un peccato mortale, della stessa gravità di un omicidio.

Ai giorni nostri, però, la Chiesa non impone più questo divieto, presumendo che un suicida non sia perfettamente consapevole e padrone di sé al momento del compimento dell’”insano gesto”… come viene definito dai più.

In attesa di parlare con la Presidente di Telefono Amico Italia Cristina Rigon - l’associazione domenica (15 settembre, n.d.r.) sarà nelle piazze italiane per informare le persone sul servizio che offre - proviamo a sintetizzare alcuni dati ma, soprattutto, alcune motivazioni che potrebbero esserci dietro l’”insano gesto”.

Sono state oltre settemila le persone che, nel 2023, si sono rivolte a Telefono Amico Italia. L’associazione nazionale, costituita nel 1967, oggi conta 20 centri sul territorio italiano.

Ma cosa spinge una persona a decidere di togliersi la vita?

Sicuramente, alla base di una scelta del genere c’è una sofferenza psicologica che non significa, però, “essere pazzi”.

Si può non accettare la vita per tanti motivi. Le forme del disagio di un individuo sono le più disparate: dalla solitudine alla depressione, alle malattie fisiche, alla fragilità emotiva.

Anche le problematiche che portano a questi stati di malessere sono varie: dalla sfera familiare a quella personale, lavorativa, sanitaria, economica.

Personalmente, ieri ho fatto un “esperimento”. Ho scritto il motivo per cui, allo stato attuale, io non accetto la vita.

Ed è venuto fuori questo pensiero: “Non posso neanche dire che sia stato bello finché è durato. Ma è durato pure troppo. C’è chi dice che ci vuole più coraggio a rimanere che ad andarsene. Una volta lo dicevo anch’io. Ora non più. Ci ho provato. Con tutte le mie forze. Forse non sono state sufficienti o, forse, mi sarei dovuta sforzare di più. Ma, ormai, non fa niente. Non ha più importanza. Non per me. Non vedo alcuna salvezza possibile per questo paese. Per la mia città. Per il mondo in generale. Non vedo alcuna salvezza possibile per gli umani. Perché se c’è qualcuno che merita di rimanere sono solo loro: gli ANIMAli. Non credo in un Dio sadico che decide al posto nostro. Tutto ciò che è avvenuto lo abbiamo deciso noi: con i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni. Magari è per questo che non ho avuto figli: non li avrei mai potuti lasciare qui. Così. L’istinto di sopravvivenza subentra solo se c’è almeno la speranza che il meglio debba ancora venire. Non quando c’è la certezza di non avere niente da perdere”.

Non pensate che la mia sia una provocazione, perché non lo è. Io voglio solo che si parli, pubblicamente, di un argomento scomodo… del quale la pubblica opinione fa finta di non conoscere l’esistenza.

Mentre, proprio in mezzo alla pubblica opinione, c’è un esercito di persone che ha già compiuto l’”insano gesto”, lo sta per compiere o lo compirà.

Se tutta questa gente ha deciso, ha scelto di volere “scendere dalla giostra” non lo ha fatto per caso e, difficilmente, qualcuno avrebbe potuto fargli cambiare idea… salvarla.

Per citare il titolo di un libro di qualche anno fa, “Nessuno si salva da solo”… ma la salvezza necessaria a evitare un suicidio non si traduce in qualcuno che salva la vita a un suicida all’ultimo minuto. Perché è molto probabile che l’aspirante suicida ci riproverà.

Dobbiamo interrogarci, allora, su come relazionarci con gli altri. Con chi ci sta vicino e anche con chi ci sta un po’ meno vicino.

Il filosofo greco Platone scriveva: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre”. So perfettamente che non è facile ma, a volte, un sorriso può asciugare una lacrima. Un abbraccio, un bacio o una carezza possono restituire calore a un corpo che lo sta già perdendo… proprio a partire dal pensiero di non volere più vivere.



Barbara Giangravè

(Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

Pin It

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075