Cinque giorni fa ho avuto bisogno di accedere al Pronto Soccorso di un grande ospedale e, mentre aspettavo che mi facessero tutti gli accertamenti del caso, distesa su una barella osservavo tutto ciò che accadeva intorno a me.
Pur essendo andata in ospedale per un problema fisico, mi sono domandata cosa avviene in Italia se una persona necessita di recarsi in Pronto Soccorso per un problema psichico. E ho fatto, quindi, qualche ricerca.
Quotidianamente, nei Pronto Soccorso degli ospedali italiani si presentano oltre 1500 persone per problemi relativi alla salute mentale. Secondo il "Rapporto Salute Mentale 2023", del Ministero della Salute, i pazienti psichiatrici sono aumentati di 26000 unità nell’arco di un anno. Ciò nonostante, l’87% dei cittadini che si recano al Pronto Soccorso per problemi di salute mentale non viene ricoverato.
Il personale dei Dipartimenti di Salute Mentale, già carente di 10000 unità, risulta in diminuzione di 1000 operatori rispetto al 2022. A livello nazionale, secondo i parametri Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, n.d.r.), mancano 12000 operatori.
Le patologie più frequenti tra gli assistiti nei servizi territoriali sono la depressione, la schizofrenia e le psicosi funzionali.
Rimane stabile è il dato di 5000 TSO (Trattamenti Sanitari Obbligatori, n.d.r.). Il cuore dell’assistenza psichiatrica, però, è rappresentato dalla rete pubblica dei Dipartimenti di Salute Mentale già citati e, a fronte delle nuove richieste e dell’impoverimento del personale, i DSM rischiano un vero e proprio tracollo.
Oggi, primo giorno del 2025, sarebbe bello cominciare l’anno nuovo non solo con un buon proposito, ma anche con le conseguenti misure per rendere realtà l’implementazione delle misure sanitarie indispensabili per curare la salute mentale nel nostro Paese.
Barbara Giangravè
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