Da quando ho cominciato a occuparmi pubblicamente di Salute Mentale, non ho mai fatto mistero di avere disattivato i miei account social per tutelare la mia di salute mentale.
Ciò nonostante, devo – altrettanto pubblicamente – ammettere quando i social non solo non si rivelano controproducenti riguardo la Salute Mentale ma, anzi, si dimostrano utili a diffondere in rete delle informazioni importanti relativamente a questo tema.
É quanto avvenuto, per esempio, su Instagram, con la pubblicazione di un post seguito da oltre 2.500 persone e nel quale si denunciava ciò che, per un anno, anche noi abbiamo denunciato su questa rubrica.
Che cosa? Che sono cinque milioni gli italiani che non possono permettersi di andare dallo psicologo e che sette giovani su dieci non ricevono l’aiuto psicologico di cui avrebbero bisogno.
Sul tema della Salute Mentale e sull’importanza della terapia è aumentata la consapevolezza, soprattutto a partire dalla pandemia di Covid, ma non ci sono abbastanza fondi per pagare gli psicologi in più che sarebbero necessari negli ospedali, nelle cure primarie e nelle scuole. Soprattutto nelle scuole, perché – come dichiarano gli esperti del settore – metà dei disturbi psicologici e psichici compare prima del compimento dei 18 anni.
E, mentre si moltiplicano manifestazioni per chiedere che venga istituita la figura dello psicologo di base, sperimentata solo in alcune Regioni (come la Sicilia, qui l'articolo): la proposta di legge nazionale dedicata è ferma in Parlamento dal novembre del 2023.
Per molti Italiani la speranza, anche per quest’anno, è quella di rientrare nella graduatoria Inps per il bonus psicologo. La Legge di Bilancio 2025 ha stanziato 9,5 milioni per il bonus, ma non è ancora stata stabilita la finestra temporale per presentare domanda, sempre online, tramite il sito dell’Inps.
Nell’attesa, noi continueremo a tenervi aggiornati…
Barbara Giangravè
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