Chi svolge un lavoro come il mio, chi scrive insomma, deve fare i conti – almeno una volta nella sua vita – con la sindrome della pagina bianca.
Per uno scrittore, un creativo, un autore di testi, ritrovarsi davanti una pagina bianca che dovrebbe riempire ma non sa come fare, è un vero e proprio incubo.
Un anno fa mi è stata offerta questa rubrica sulla salute mentale perché il mio secondo libro pubblicato (finora) parla proprio di salute mentale.
Adesso, ho tre mesi di tempo per consegnare il mio terzo libro e la sindrome della pagina bianca ha ripreso a tormentarmi. Non lo sta facendo solo con me, però. Sono in “buona” compagnia.
La sindrome della pagina bianca, infatti, ha recentemente colpito il comico genovese Luca Bizzarri, che ha inviato una lettera a tutte le persone che avevano già acquistato il biglietto per vedere un suo nuovo spettacolo a teatro.
“Una lettera di scuse, ogni tanto ci vuole anche quella. Mi rivolgo a voi, che siete stati così gentili da aver già riempito da tempo la sala del Politeama Genovese per lo spettacolo “Non hanno un amico 2”, che avrebbe dovuto debuttare a marzo nella mia adorata e complessa città. Ho scritto avrebbe dovuto perché, come avrete capito, non sarà possibile che ciò avvenga. Qui potrei inventarmi molte possibili scuse e fantomatici impegni, ma credo che la cosa migliore sia essere onesto con voi: non sono riuscito a scriverlo. Ci ho provato, ma la marea di impegni che mi stanno riempiendo le giornate, gli spettacoli in giro per l’Italia, sia da solo che con un’altra compagnia, e la scrittura del podcast semplicemente non me lo stanno permettendo: ci ho provato, non ce l’ho fatta. So perfettamente che avrei potuto e dovuto immaginarlo ma confesso di aver peccato di presunzione, ero sicuro di riuscire e mi sono vergognato un po’ trovandomi davanti alla realtà di una pagina maledettamente bianca. Avrei potuto abbozzare un testo mettendo insieme vari pezzi, ma non me la sento di fare una cosa del genere dopo il calore che mi avete regalato negli anni. Meritate uno spettacolo nuovo e all’altezza del primo. E ci sarà. La cosa migliore è che io mi prenda del tempo e che rimandi questo numero 2 nella stagione autunnale. Mi scuso ancora, perché alla mia età forse si pensa di poter fare cose che, invece, richiedono più tempo del previsto, e avrei dovuto saperlo. Vi abbraccio forte, sperando di vedervi presto a teatro”.
Una lettera di scuse, quella di Luca Bizzarri, ma senza inventare alcuna “scusa” per non avere ottemperato ai suoi impegni. Del resto, il modo migliore di “ripagare” il biglietto già acquistato per vedere il nuovo spettacolo dell’attore è proprio la sincerità.
Fermo restando che, chi lo desidera, potrà farsi rimborsare i soldi, se tutti gli altri avranno la bontà di aspettare fino a ottobre, sanno di avere già il posto assicurato al Politeama Genovese.
Io, dal canto mio, so che rispettare la scadenza dei tre mesi per la consegna del mio terzo libro è un dovere che ho nei miei stessi confronti, ancor prima che nei confronti dei lettori.
È un dovere anche nei confronti dei personaggi, dei luoghi e della storia che stanno già vivendo sulle pagine di un file memorizzato nel mio computer.
Nonostante la paura sia una pagina bianca, nel lavoro così come nella vita, non c’è altra scelta: bisogna proprio scriverla questa nuova pagina.
E, dalle mie parti, sapete cosa si dice in questi casi? “Comu veni, si cunta”: “Come viene, si racconta”.
Barbara Giangravè
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