Quando la violenza di genere è contro i minori e i padri separati

La violenza è sempre violenza e come tale va sempre condannata. Diventa di genere perché si manifesta, contro le donne, in modo cruento, anche se la violenza fisica è solo la punta di un iceberg che disgrega tutti e tutto. Le pari-opportunità e i centri antiviolenza questo non lo hanno capito e continuano a fare clamore su ripugnanti casi di femminicidio, dimenticando che sono vittime della violenza anche gli uomini e soprattutto i minori, ai quali, nelle separazioni, viene, di fatto, negata la bigenitorialità e la cogenitorialità al genitore non collocatario, in nome di una tutela dei diritti che, al contrario, non c’è.

La violenza psicologica, quotidiana e martellante, procura nella personalità dei bambini una tragica insicurezza e malessere che finiscono per condizionare in modo irreparabile il loro futuro. Nessuno pensa seriamente a questo sottile, incontenibile e lacerante malessere di persone impotenti a reagire ed a darsi una ragione di ciò che sta loro capitando, predominando la cultura della insignificanza del bambino, che, tanto, prima o poi, crescerà, e degli intoccabili diritti (sarebbe meglio chiamarle esigenze) dell’adulto, che non può aspettare. Nessuno pensa al dramma dei padri, a cui è concesso, in concreto, di assolvere al ruolo di genitore economico, ma non altro.

Lui è marginale nella vita dei figli e le sue qualità genitoriali non contano nulla, il quale, una volta sperimentato di essere impotente dinnanzi alle istituzioni che dovrebbero tutelare ogni cittadino, si lascia annullare da atti estremi per contestare, a modo suo, questa società, indifferente verso le aspettative di un genitore che non vorrebbe rinunciare alla propria genitorialità.

I media, fatte rare eccezioni, tacciono, perché il dramma di queste persone, minori e padri separati, non va affrontato, poiché saltano consolidati interessi di lobby di genere, che dell’antiviolenza a senso unico ne hanno fatto un cavallo di battaglia che procura loro benessere economico e potere socio-politico, proprio per la incapacità della politica a tutelare, non le proprie tasche, ma i cittadini. La violenza di genere, che colpisce i minori e i padri separati, è una dura realtà di cui ne dovremo prendere atto, se non vogliamo che la società vada alla deriva e lentamente si autodistrugga. Per farlo, però, occorre la correttezza e trasparenza della pubblica amministrazione, una giustizia che non sia ingiusta, come accade quasi quotidianamente oggi, politici con meno cravatte e doppio petto e più senso di lealtà verso i cittadini che amministrano. Occorrono, però, anche meno forze dell’ordine pressapochiste, che non sempre informano correttamente i cittadini sui loro diritti e sui loro doveri, prediligendo la paternale fuori luogo e, comunque, sempre funzionale al sistema. I diritti calpestati sono diritti negati e vanno sempre denunciati, anche quando chi dovrebbe accogliere le denunce dei cittadini “abusati” cerca, con il consueto savoir-faire, di dissuaderli, prospettando loro scenari apocalittici. Il tutto, ovviamente, per non disturbare troppo il sistema socio-giuridico e politico.

La violenza di genere contro i minori e i padri separati è una vergognosa realtà a cui assistiamo ogni giorno, quando si decide il futuro di minori indifesi (che lo sono anche quando si nomina un curatore speciale, che, di fatto, nella maggior parte dei casi è il secondo supporter del genitore collocatario, ma non tutore del minore), quando si estromette il padre dalla loro vita, quando si alimenta, volutamente e consciamente, quindi, la conflittualità del genitore più forte contro l’altro, quando i minori, con la collocazione prevalente, molto spesso, sono abbandonati e la loro educazione è demandata alla strada e alla piazza.

Le baby-gang, per la maggior parte formate dai figli di separati, sono la palese dimostrazione del fallimento della famiglia e dell’educazione. La scuola non educa più, insegue le aspirazioni sociali di una società senza mete e senza volontà di operare in nome delle esigenze dell’uomo, autentificando, molto spesso, patenti di ignoranza e incompetenza professionale. Di chi è la colpa? Di tutti noi, che restiamo partecipi di un vortice il cui fine è quello della distruzione dell’umanità quotidiana e, indifferenti, non facciamo nulla per cambiare le cose, vivendo in un mondo che non c’è.

Le Pari-opportunità non possono ignorare che la violenza fisica e, soprattutto, quella psicologica esiste anche per i minori e il genitore non collocatario (per il 94% il padre), la cui marginalità nella crescita ed educazione dei figli, talvolta insostenibile, è causa di devianze minorili, alcune delle quali irrecuperabili, e di tragici suicidi, spesso compiuti in modi discreti e non fanno, così, notizia. Ma restano sempre suicidi provocati dall’inerzia dei servizi sociali, della politica e della giustizia. I maltrattamenti che subiscono gli uomini e i minori, anche se, spesso, non denunciati, sono di gran lunga superiori a quelli che, purtroppo, talvolta costituiscono una risorsa, anche economica per tanti centri antiviolenza, case protette e associazioni di genere.

I convegni sul tema “La violenza di genere quando le vittime sono i minori e i padri separati” che organizziamo in varie parti d’Italia, servono anche per smascherare chi specula sulla violenza di genere.

 

Ubaldo Valentini, pres. Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)
www.genitoriseparati. it - contatti: tl. 347.650 4095 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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