Testolin: al lavoro su una proposta di legge per avere un'autonomia normativa e gestionale delle acque regionali
All'unanimità il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato questa mattina lo schema di norma di attuazione in materia di concessioni di derivazione d'acqua. Il documento era stato trasmesso lo scorso ottobre e, dopo questa approvazione, sarà trasmesso alla presidenza del Consiglio dei Ministri per la successiva approvazione del decreto legislativo.
«La norma deve attenersi a regole che sfuggono alla volontà locale e nazionale, limitando di fatto l'azione di questo Consiglio regionale, così come è stato rimarcato da tutti i gruppi politici», ha commentato il presidente della Regione Renzo Testolin. La norma «mette nelle mani della Regione la possibilità di ricorrere alla concessione diretta in caso di affido a una società in house. La questione dovrà essere approfondita, ma ci differenzia in positivo dalle altre Regioni e ci consente di aprire una serie di valutazioni in prospettiva futura di estrema importanza».
Testolin ha precisato che è già iniziata una riflessione per un testo legislativo regionale che permetta di «beneficiare di un'autonomia normativa e soprattutto gestionale delle acque regionali». La norma approvata dunque «non è un punto di arrivo bensì un punto di partenza: sarà la legge regionale che dovrà creare i presupposti per definire un sistema delle concessioni che sia all'altezza delle aspettative dei valdostani».
Progetto Civico Progressista ha annunciato il voto favorevole, confermando però alcune critiche. «Non è un testo di grande valenza autonomista - la valutazione di Chiara Minelli - ma per fortuna è rimasto un elemento, anche se un po' annacquato rispetto alla formulazione del 2019, che dà alla Valle d'Aosta un maggiore margine operativo rispetto a quello riconosciuto alle altre Regioni, consentendo di assegnare direttamente le concessioni a società a totale controllo pubblico, senza ricorrere alle pericolose opzioni delle procedure di gara. Si deve fin da ora approfondire la materia e, prima di scrivere la legge, bisogna sapere dove andare, anche riguardo alla partecipata CVA».
Ancora dall'opposizione, Simone Perron della Lega VdA ha evidenziato che «la Regione ha svolto il proprio ruolo dal punto di vista legislativo e amministrativo, consapevoli della delicatezza e dell'importanza del dossier. Voteremo lo schema di decreto legislativo sulle concessioni di derivazione d’acqua ben consapevoli, a differenza di qualcun altro, che potrebbe non essere da qui arriverà la soluzione al problema».
Paolo Crétier, capogruppo Federalisti Progressisti-Partito Democratico, ha spiegato che «la gestione delle acque che, nel corso degli anni ha subìto modifiche molto importanti, anche a livello eurounitario necessitava di un aggiornamento significativo. Questo schema di norma prende in carico l'affido delle concessioni a società a totale controllo pubblico. Positiva è anche la possibilità della Regione di ritirare quote di energia a vantaggio di servizi pubblici e di disciplinare i canoni di derivazione con normative flessibili rispetto a quelle statali. Infine, il testo prevede un sistema di consultazione preventiva con le varie autorità che gestiscono le diverse fonti di energia e il sistema idrico. La Regione provvederà alla copertura della programmazione finanziaria nei prossimi bilanci: sono da espletare le procedure di riassegnazione delle concessioni.»
«Avremmo voluto affrontare il tema prima e non a ridosso della fine della Legislatura», ha commentato il capogruppo di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi. «Questo è un testo che potrà permettere di fare comunque un buon lavoro e di concepire una legge sull'esperienza di altri», ha aggiunto. «Chi oggi ci dice che possiamo bypassare le gare e fare delle riassegnazioni, ce lo deve spiegare: la direttiva Bolkenstein considera, infatti, la produzione di energia come un servizio, quindi le concessioni vanno messe a gara e sarà proprio il bando di gara che definirà le modalità di gestione. Non sarà sicuramente un bagno di salute perché le concessioni sono estremamente appetibili».
Aurelio Marguerettaz, capogruppo Union Valdôtaine, ha ricordato che la norma è frutto di «un compromesso con le norme in vigore» ed è «un punto di partenza. Gli uffici regionali stanno già lavorando ad un testo di legge regionale per introdurre i criteri per il bando, che dovrà garantire una libera concorrenza e le condizioni migliori per la Valle d'Aosta».
«Questo schema di norma - ha affermato Pierluigi Marquis, capogruppo Forza Italia - è frutto del buon lavoro della Commissione paritetica che rafforza la competenza legislativa in materia: essere autonomisti non significa, però, fare ciò che si vuole, ma attenersi anche ai principi sovraordinati all'esercizio della nostra autonomia. La nostra capacità deve essere quella di legiferare successivamente per rafforzare la nostra autonomia. La norma di attuazione è di grande importanza e ci auguriamo che nella legge si vogliano garantire al meglio i ritorni per i valdostani».
Elena Giovinazzo