Elezioni regionali, i minori ed i genitori separati

Regione e comune, in autunno, andranno al voto per verificare la condivisione dei cittadini alle politiche portate avanti in questi anni dai rappresentanti di partiti e movimenti irrequieti e con politici sempre pronti a cambiare casacca e programmi. Non sappiamo se ci sarà consenso o meno alle scelte politiche - frutto di una monotona e deprimente routine, potremmo dire – considerato che gli amministratori regionali e comunali non hanno prestato la pur minima attenzione alle giuste e inderogabili richieste dei cittadini, come sarebbe loro dovere, e si sono preoccupati, fondamentalmente, di garantirsi la solidità della propria poltrona (cambiando con molta facilità schieramento politico), e degli interessi, non sempre leciti, che sovrastano la politica e che gli amministratori e le opposizioni hanno il dovere di smascherare.

I genitori non più conviventi hanno sperimentato sulla loro pelle e sulla pelle dei loro figli minorenni il fatto che l’amministrazione regionale e quella comunale, per i settori di cui ha competenza, non hanno fatto nulla per regolamentare i servizi sociali, per eliminare il ripugnante clientelismo, imposto dalle solite lobby che gravitano sui servizi sociali e sul c.d. mondo delle devianze minorili e dei separati, ridotti in miseria da provvedimenti ingiusti, coperti dal silenzio degli amministratori regionali. E’ stata chiesta la trasparenza nell’assegnazione dei contributi pubblici alle madri, quasi sempre affidatarie prevalenti dei figli minori, con la creazione di un registro unico dei contributi pubblici e con l’accesso da parte del genitore non collocatario per verificare quali contributi e agevolazioni percepisce la madre dei propri figli, non dichiarati, che rendono vano il principio della proporzionalità nelle responsabilità economiche di ambedue i genitori, ma non solo di uno, come indebitamente avviene oggi (art. 337 ter, c. 4, c.c.).

In Valle, come le statistiche nazionali confermano, c’è la più alta percentuale di separazioni ed elevato è il malessere che gli iniqui provvedimenti del locale tribunale provocano nel genitore estromesso, di fatto, dalla vita dei propri figli e il cui ruolo genitoriale si esaurisce con l’essere il bancomat per provvedimenti presi sulla testa sua e dei propri figli minori. Sempre in Valle, c’è la più alta percentuale di suicidi di padri, perseguitati dalle istituzioni e dai politici, così come dalle forze dell’ordine, che considerano questo gesto come ignobile, ma non come una conseguenza della mala giustizia valdostana. L’indifferenza della regione e dell’ente locale è così elevata da non permettere nemmeno di apporre con una piccola stele, da collocare nel parco antistante il tribunale, per ricordare il primo padre, insegnante, che, in Italia, si è suicidato a lato dell’ingresso del tribunale, perché si riteneva vittima della giustizia ingiusta, che lo aveva privato anche dell’allora potestà genitoriale. Oggi togliere la responsabilità genitoriale è molto più difficile e non bastano le accuse della ex moglie e le affermazioni di un figlio succube, forse, del lavaggio del cervello da parte del genitore affidatario. I politici si vergognano anche del concittadino Antonio Sonatore, mentre, nel mondo, la data del 7 aprile è il giorno della memoria dei padri a cui sono stati sottratti i figli.

In tutto il mondo si ricorda questo uomo, eccetto ad Aosta.

Vergognoso non è stato il suo disperato gesto di ventinove anni or sono, ma il comportamento delle istituzioni e dei politici che considerano il suo atto estremo come un disonore per la minuscola regione (equivalente a una parrocchia di una grande città), che costa tanti soldi agli italiani. La giustizia, come quotidianamente ci ricordano le cronache, non è infallibile e i suoi possibili sbagli vanno attentamente indagati, anche a distanza di anni.

Numerose sono le tematiche legate ai minori e ai genitori non più conviventi che necessitano di un intervento chiaro e decisivo da parte delle forze politiche e sociali, che, sebbene richiesto anche nelle precedenti elezioni, non c’è mai stato nemmeno nei generici programmi della quasi maggioranza dei partiti e movimenti.

Chiediamo, fin da ora, un confronto vincolante alle singole forze politiche valdostane e alla società civile, rendendoci disponibili ad intervenire alle loro iniziative, per arrivare ad una Carta dei diritti dei minori e dei genitori non più conviventi, che dovrebbe costituire la base per gli interventi amministrativi futuri, fatti non su astrusi e anacronistici assiomi partitici, ma su fatti concreti che investono la quotidianità dei cittadini valdostani e che costringano le istituzioni ad operare nel rispetto della bigenitorialità e della cogenitorialità.

Suggeriamo, a tutti coloro che scenderanno in campo nelle elezioni regionali e comunali valdostane, di organizzare di una tavola rotonda, da tenersi in un sabato mattina di maggio, per un confronto sulle preoccupanti e devastanti, quasi sempre verso i minori, tematiche legate alle separazioni e agli affidi dei minori, comprese quelle legate all’uso degli stupefacenti, alla violenza giovanile, all’abbandono scolastico e alle baby-gang, visto che l’oltre il sessanta per cento dei minori valdostani sono figli di genitori non più conviventi e sono coinvolti su queste problematiche, anche se nessuno ne parla, volutamente.

Restiamo disponibili per iniziative serie, ma non per propagandistiche campagne elettorali, al fine di dare una risposta autentica ai tanti problemi che assillano i minori valdostani e i loro genitori, attenti al loro futuro. Il confronto è sempre utile ed è segno di rispetto dei cittadini. Rifiutarlo vuol dire ignorare problemi sociali, a tutti evidenti, eccetto ai mestieranti politici che risultano essere ciechi dinnanzi alle impellenti problematiche giovanili dei figli dei separati e alle discriminazioni del genitore estromesso dalla vita dei figli e sanzionato (se non, addirittura, messo in carcere) se non paga l’imposto iniquo mantenimento, perché momentaneamente senza lavoro.

Questa è giustizia ingiusta, che va combattuta e se, i politici non lo fanno, c’è da chiedersi il perché.

Ai genitori vittime di questa giustizia non resta altro che scendere personalmente in campo, nelle prossime elezioni, ciascuno nel partito e movimento che ritiene più valido, e l’associazione darà loro il dovuto spazio e sostegno.

 

Ubaldo Valentini, pres. Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps),
www.genitoriseparati. it - contatti: tl. 347.650 4095 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

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