L'insonnia negli anziani: attenzione all'uso delle benzodiazepine

La Salute su Aostaoggi.it - a cura del dott. Franco Brinato


L'uso di farmaci consigliati da amici e parenti è un'abitudine diffusa in Italia che porta il più delle volte a conseguenze gravi. Le benzodiazepine, frequentemente utilizzate per combattere l'insonnia, sono tra questi. Studi scientifici ed epidemiologici dimostrano che l'uso non oculato di questi farmaci negli anziani a lungo termine determina gravi conseguenze e a volte anche la morte.

benzodiazepineChe cosa sono le benzodiazepine?

Sono psicofarmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. Il loro effetto è legato alla capacità di aumentare la concentrazione del GABA (acido Y-amminobutirico), un neurotrasmettitore che modula l'iperattività dei neuroni. L'aumento della concentrazione del GABA, a livello delle sinapsi (il punto di contatto tra i vari neuroni), blocca l'impulso nervoso. Grazie a questa caratteristica, le benzodiazepine bloccano l'ansia, l’insonnia e altre disturbi come l'astinenza dal consumo di alcol, l’epilessia, gli attacchi di panico ecc.. Nella pratica clinica, sono utilizzati spesso impropriamente nei disturbi del sonno dell’anziano.

Si conoscono diversi tipi di benzodiazepine che si differenziano soprattutto per la loro diversa durata d'azione: a lunga durata d'azione (tra le 40 e le 200 ore) come per esempio il Valium; a durata d'azione intermedia (tra le 20 e le 40 ore) per esempio bromazepam; a breve durata d'azione (tra 5 e le 20 ore) come esempio il Tavor o Lorazepam e lo Xanax o Alprazolam. Queste caratteristiche sono di estrema importanza, in quanto guidano il clinico al loro utilizzo.

Cosa provocano le benzodiazepine nell'anziano?

L'uso di benzodiazepine inappropriato nell'anziano, anche a bassi dosaggi, può provocare:

  • Riduzione della vigilanza, soprattutto al risveglio, con rischio di cadute a terra e di frattura del femore;
  • Fenomeni di accumulo, con grave rischio di alterazione della mobilità e delle capacità cognitive (confusione, perdita di memoria, riduzione dell'attenzione) e, se l'accumulo è elevato, anche l'arresto respiratorio;
  • Assuefazione e dipendenza;
  • Sindrome da sospensione, cioè un effetto rimbalzo che può portare a un’insonnia di ritorno quando si sospendono di colpo le somministrazioni;
  • Sonnolenza durante il giorno che compromette l'attenzione, la concentrazione e la memoria e quindi maggior rischio di incidenti e cadute;
  • Ansia, irritabilità e allucinazioni;
  • Reazioni allergiche e sonnambulismo.

Questi effetti collaterali si possono verificare anche con le benzodiazepine a breve durata d'azione.

In caso di insonnia cosa fare quindi?

L'insonnia è un problema frequente nell'anziano. Spesso le numerose patologie presenti, il dolore cronico, la riduzione della serotonina ('ormone che facilita il sonno) creano disturbi di insonnia. La carenza di sonno a lungo andare può portare conseguenze anche gravi alla salute. Tuttavia il facile ricorso alle benzodiazepine non è supportato da evidenza scientifica, anzi il loro utilizzo improprio provoca nell'anziano effetti collaterali gravi.

Negli ultimi anni si tracciano vie alterative prima di arrivare all’uso dei farmaci, come ad esempio modificare lo stie di vita: evitare di addormentarsi davanti alla televisione subito dopo cena per poi risvegliarsi a notte fonda, evitare il riposo pomeridiano, svolgere attività fisica durante il giorno, consumare cibi che contengano triptofano (latte, pesce, legumi, noci), usare farmaci naturali come la melatonina, consumare tisane rilassanti calde prima di dormire. Inoltre cenare tre ore prima di andare a letto, evitare fonti di luce nella camera da letto (la luce riduce la formazione di alcuni neurotrasmettitori cerebrali che favoriscono il sonno), mantenere una vita sociale attiva (frequentare amici ,università della terza età, etc. ) può aiutare a combattere l'insonnia.

In alternativa, prima di assumere farmaci, è consigliabile consultare un esperto.


Quando può essere consigliato l'uso dei farmaci?

In caso di gravi disturbi del sonno si può ricorrere all'uso delle benzodiazepine che devono essere assunte per un breve periodo non oltre 4 settimane. E' consigliabile utilizzare quelle a breve durata d'azione (durata tra le 5 e le 20 ore esempio lorazepam a basso dosaggio 1 mg). Il loro uso deve essere limitato nel tempo e la sospensione deve essere effettuata gradualmente per evitare fenomeni di rimbalzo. In caso di terapia a lungo termine è necessario ricorrere ad altri tipologie di farmaci.

Conclusioni

L'uso delle benzodiazepine negli anziani è considerato dagli esperti inappropriato e crea conseguenze gravi per la salute. Il loro utilizzo è previsto solo in caso di effettiva necessità e per brevi periodi. I pazienti anziani che assumono ipnotici, e in particolare le benzodiazepine, vanno incontro più spesso degli altri a incidenti d'auto e a cadute con fratture di femore e conseguente ospedalizzazione. Anche in regime di ricovero ospedaliero, il rischio di cadute e delle loro conseguenze è aumentato in rapporto all’uso di benzodiazepine, a causa di un ridotto stato di vigilanza al risveglio e di deficit motori e cognitivi indotti. Anche in caso di agitazione e delirium va data la preferenza ad altri tipi di farmaci. In caso di insonnia prima della prescrizione di qualsiasi farmaco è necessario modificare lo stie di vita e seguire alcune piccole regole che rappresentano, secondo gli studi più recenti, il primo approccio per la cura dell'insonnia.

 

 

dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso

 

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