Ambientalisti preoccupati: gli impianti attivi in Valle d'Aosta potrebbero passare da 244 a 394
AOSTA. Con la revisione del Piano di tutela delle acque (Pta), l'Amministrazione regionale intende consentire alle centrali idroelettriche già esistenti di turbinare una maggiore quantità di acqua. Lo denuncia Legambiente Valle d'Aosta facendo riferimento in particolare a recenti dichiarazioni dell'assessore alle Opere pubbliche, Mauro Baccega.
"Da un lato", spiega l'associazione, "viene ventilata la possibilità di aumentare la produzione degli impianti in situazione di forte portata dei torrenti; dall'altro, l'assessore non esclude a priori (come invece noi speravamo) l'eventualità di consentire, proprio nelle more della revisione del Pta, anche l'utilizzo di una parte del Deflusso Minimo Vitale, ossia dell'acqua che deve sempre essere lasciata nei torrenti per garantirne la vita biologica. L'assessore, a dire il vero, accenna ad un tavolo che è previsto per il lavoro di revisione del Pta, a cui sono chiamati anche gli ambientalisti. Al momento, comunque, non ci risulta che il tavolo sia stato attivato, né abbiamo partecipato ad alcuna discussione".
Le affermazioni di Baccega creano "forte preoccupazione" tra gli ambientalisti. "Da anni segnaliamo alle autorità competenti episodi di mancato rispetto del DMV (Deflusso Minimo Vitale, ndr), e tempo fa anche la magistratura si è occupata di questo tema. La Regione, invece di imporre con maggiore fermezza il rispetto delle regole, si propone di attivare nuovi strumenti di deroga". Ancora Legambiente: "non si venga a raccontare di guadagni per l'Ente pubblico: la maggior parte degli impianti di recente costruzione, e anche quelli attualmente in fase di autorizzazione, appartengono a privati, e quindi non portano alle casse pubbliche altro che i canoni di concessione".
La questione è di ampia portata se si considera che, ricorda sempre l'associazione, "fronte di 244 impianti attivi, altri 50 sono in fase di realizzazione, e 100 stanno iniziando le procedure burocratiche" e che la moratoria sulle nuove concessioni "è scaduta in luglio, e non è stata ancora prorogata". Il timore è che "nel giro di pochi anni la Valle d'Aosta potrebbe passare da 244 a 394 impianti attivi, con buona pace dei torrenti e delle loro sponde, già oggi in larga parte artificializzate".
C.R.