Secondo la coalizione l'Usl ha risorse proprie per coprire il costo del servizio e «la beneficienza andrebbe indirizzata a chi ne ha realmente bisogno»
«Troviamo assurdo che, nonostante l'avanzo di amministrazione dell'Azienda Usl e le grandi risorse impegnate, la sanità valdostana debba far ricorso alla beneficenza per la somministrazione di cibo in ospedale». Così Valle d'Aosta Aperta commenta la comunicazione dell'Usl sulla donazione della svizzera Fondazione Haberling di pasti secchi da somministrare al pronto soccorso dell'ospedale Parini.
«La beneficenza - dice la coalizione - andrebbe indirizzata verso quelle realtà associative che ne hanno realmente bisogno e che non hanno risorse a disposizione, mentre l'Azienda potrebbe prevedere un appalto per fornire pasti caldi adeguati alle esigenze cliniche dei pazienti nonché ai familiari che li assistono nelle ore, se non giorni, di attesa. Infine rimarchiamo l'importanza per l'Azienda di dare indicazione al consulente social Manager di verificare gli indici di appropriatezza degli accessi e concentrare la propria azione affinché vengano rispettati i tempi d'attesa degli esami, onde evitare che i cittadini debbano per forza recarsi al Pronto Soccorso».
«A seguito delle molte segnalazioni ricevute», Valle d'Aosta Aperta ricorda infine che «la consigliera regionale Erika Guichardaz ha presentato in questi ultimi anni diverse iniziative sul tema della somministrazione di pasti a pazienti e parenti in attesa al Pronto Soccorso. Iniziative che l'assessore ha sempre minimizzato».
C.R.