Il vescovo Lovignana: «non è una funzionalizzazione del personale, bensì l'individuazione di comunità che possano lavorare insieme»
La Diocesi di Aosta si prepara a mettere in pratica la riorganizzazione delle parrocchie del territorio. Un percorso reso obbligato da più fattori: da una parte la costante riduzione del numero di fedeli, dall'altra l'aumento dell'età media dei religiosi e il cronico calo delle vocazioni.
La situazione della Valle d'Aosta non è diversa da quella di tante altre realtà. I sacerdoti invecchiano e manca il ricambio generazionale. Troppo poche le nuove "chiamate", e così i religiosi si trovano a dover gestire, in età avanzata, più parrocchie anche distanti tra loro e con alcune decine di fedeli che si ritrovano per le principali festività.
Il punto della situazione lo ha fatto il vescovo, mons. Franco Lovignana, presentando oggi l'inizio del nuovo Anno pastorale e la lettera intitolata "Come virgulti d'Ulivo intorno alla tua Messa". La Diocesi «si propone di istituzionalizzare in maniera organica gli accorpamenti di parrocchie già esistenti e di proporne altri», ha spiegato. Il progetto è di unire le parrocchie dello stesso comune per concentrare energie e fedeli approfittando della «mobilità accresciuta delle persone». Soltanto Aosta sarà esclusa dal processo di accorpamento pur condividendo le stesse problematiche del resto della Valle d'Aosta.
I prossimi passi della riorganizzazione saranno affidati dall'assemblea diocesana e al vescovo. La prima sarà chiamata, in autunno, ad approvare le linee guida, il secondo si occuperà della «organizzazione della Diocesi, della distribuzione del clero e della presenza di altre ministerialità in futuro».
Non si deve parlare di «funzionalizzazione del personale», ha precisato il vescovo, bensì di «individuazione di comunità che possano lavorare insieme, non ripiegate su se stesse, condividendo un cammino di fede e carità».
Clara Rossi