Scommessa vinta per il festival proposto dal Comune di Aosta con la formula estesa
Undici spettacoli, 1.464 "piccoli" spettatori e 1.113 spettatori adulti: sono i numeri della ventunesima edizione del festival aostano Enfanthéâtre, andato in scena al Teatro Giacosa di Aosta per la seconda volta dopo il ritorno della rassegna nella formula estesa e la pausa forzata a causa della pandemia.
Il bilancio dell'iniziativa è positivo secondo Samuele Tedesco, assessore comunale all'Istruzione. «La proposta di Enfanthéâtre - dice - è tornata a essere centrale nella programmazione degli eventi dell'Amministrazione comunale, e la risposta del pubblico, niente affatto scontata, è stata eccezionale. Il nostro timore era che, dopo alcuni anni di assenza, bambini e famiglie avessero perso l’abitudine dell’appuntamento del sabato con la rassegna e, più in generale, anche un po' il gusto per il teatro rispetto ad altre forme di intrattenimento».
Gli oltre 2.600 spettatori dell'edizione conclusasi pochi giorni fa hanno assistito ai diversi spettacoli proposti dal cartellone. Quelli più apprezzati in termini di pubblico sono "Ortaggi all'arrembaggio" della Compagnia Filodirame di Brescia, con 386 spettatori (222 bambini e 164 adulti) e "Il sogno di Leonardo" della compagnia Barabao Teatro di Padova, con 366 spettatori (rispettivamente 224 e 142). La presenza media per ogni rappresentazione è pari a 237 partecipanti.
Alto anche il gradimento: i voti espressi tramite QR Code all'uscita dal teatro sono per 9 spettacoli su 11 superiori alla media dell'8,5 su un punteggio massimo di 10.
«Il gradimento degli spettacoli e lo stesso risultato dello spin-off Funthéâtre (che ha condotto a teatro oltre 1.500 spettatori tra repliche per le scuole e rappresentazioni serali) conferma che l’offerta culturale e formativa dedicata al giovane pubblico funziona, e anzi è sempre più apprezzata - evidenzia ancora l'assessore Tedesco - Per questo motivo siamo già al lavoro per preparare un’edizione 2023/24 del festival ancora più intrigante e di qualità, cercando, al contempo, di far crescere Funthéâtre per farle raggiungere una dimensione completamente autonoma».
E.G.