Confagricoltura chiede lo stato di emergenza. Danna: «la situazione è critica e le prospettive preoccupanti»
Le particolari condizioni climatiche di questo 2022 stanno mettendo a nudo non soltanto le montagne, rimaste senza neve e acqua, ma anche tante criticità in numerosi settori. E tutti si stanno mostrando ugualmente impreparati nell'affrontare le conseguenze di un clima che adesso è considerato anomalo, ma che nel prossimo futuro potrebbe diventare la normalità.
L'ultimo allarme arriva da Confagricoltura e riguarda le condizioni di siccità negli alpeggi della Valle d'Aosta.
Morena Danna, coordinatrice di Confagricoltura VdA, spiega: «Le precipitazioni invernali e primaverili sono state molto scarse e gli alpeggi stanno seccando perché non piove; gli animali faticano a approvvigionarsi di foraggi e le produzioni di latte scendono vertiginosamente, nell'ordine del 40 - 50% rispetto all'ordinario». Il problema ricadrà a cascata sui caseifici che «avranno meno formaggi da vendere e di conseguenza la liquidazione del latte ai soci potrebbe subire un drastico taglio. Tutto questo, unito al forte aumento dei costi energetici e dei mezzi tecnici determina una crisi di vaste proporzioni, che occorre affrontare con urgenza».
«C'è l'acqua per abbeverare il bestiame, ma mancano le infrastrutture irrigue, che per gli alpeggi non erano state previste: il cambiamento climatico ci mette di fronte a nuove emergenze, che non siamo attrezzati per affrontare», aggiunge Danna. La situazione degli alpeggi «è critica e le prospettive sono decisamente preoccupanti»
Confagricoltura ha chiesto all'assessore regionale all'Agricoltura, Davide Sapinet, di convocare un tavolo di crisi. L'obiettivo è chiedere al governo lo stato di calamità per permettere alle imprese agricole di ottenere degli indennizzi.
Elena Giovinazzo