Confindustria: nel 2024 cresce la fiducia delle imprese valdostane

Segnali positivi dall'indagine previsionale sul primo trimestre del nuovo anno

Il nuovo anno porta con sé una ventata di ottimismo per gli imprenditori valdostani, la cui fiducia sull'andamento dell'economia è più marcata rispetto ai mesi passati. «Lo scenario che disegnano le risposte delle nostre imprese è molto incoraggiante» dichiara Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d'Aosta, commentando l'indagine  di Confindustria che sonda le previsioni per il primo trimestre 2024 da parte delle imprese iscritte all'associazione.

«L'occupazione e gli investimenti proseguono - riassume Turcato -, segnale inequivocabile di un sistema economico sano che ha saputo superare un periodo complesso, ricco di sfide imprevedibili, grazie alla capacità di programmare e gestire al meglio le risorse. È il modo migliore di iniziare questo 2024 durante il quale le imprese valdostane dovranno nuovamente saper lavorare in maniera coesa».

Nelle previsioni sulla produzione, il saldo tra gli imprenditori che prevedono una decrescita e quelli che invece si aspettano aumento passa da un -8,70% riferito all'ultimo trimestre 2023 ad un +24% per i primi tre mesi del 2024. Il settore manifatturiero è quello che fa registrare le performance migliori. Bene le attese sui nuovi ordinativi (da -6,38% ad +23,40%), trainate sempre dal settore manifatturiero, e migliora anche il dato sull’export (+13,33% rispetto al -10% della fine del 2023).

Un altro dato preso in considerazione nell'indagine di Confindustria, che non comprende il settore dell'edilizia, riguarda la composizione del carnet degli ordini, che rimane sostanzialmente stabile. Diminuiscono le aziende con ordini per meno di un mese, che passano da un +32,43% del trimestre precedente ad un +20% dell'attuale; rimangono invariate le imprese con ordini a uno-tre mesi (da +29,73% a +30%) e aumentano quelle con visibilità oltre i tre mesi (da +37,84% a +50%).

Il clima di fiducia quindi è più robusto, ma qualche segnale meno positivo rimane. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni per esempio aumenta all'8,5%: un dato che Confindustria considera comunque coerente rispetto ai valori fisiologici.



Elena Giovinazzo



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