'L'unica via d'uscita è una nuova consapevolezza' sul problema 'ndrangheta
AOSTA. "Siamo di fronte a una sentenza che spiazza e disorienta una comunità che ancora fa fatica a riconoscere la piaga e a farla sua, come impegno quotidiano individuale e collettivo nel dire no alla mafia". Così Adu VdA commenta le condanne nel processo di primo grado ad Aosta dell'inchiesta Geenna sulla 'ndrangheta.
Si tratta ci condanne "senza mezzi termini - afferma Adu -. Dure non solo per i protagonisti e i loro familiari, ma anche per chi si è trovato a condividere con loro il lavoro nelle commissioni consiliari e nei consigli o semplici occasioni di vita quotidiana".
"Di inquietante mancanza di consapevolezza sono un chiaro sintomo gli applausi agli imputati, quasi messaggi in codice se vengono da persone con responsabilità pubbliche", continua il movimento politico aggiungendo che "una nuova consapevolezza è l'unica possibile via d'uscita e continuerà a promuoverla, a cominciare dai giovani secondo il meritorio impegno di Donatella Corti e di Libera Valle d'Aosta contro le mafie".
Secondo Adu "l'ndrangheta ha ben centrato l'obiettivo di scardinare l'assetto politico locale: solo con la sua penetrazione si spiega la fine anticipata di una complicata legislatura che ha visto le dimissioni del presidente/prefetto Fosson e di tre membri del suo governo. Un nuovo vento politico soffierà sulla Valle d'Aosta quando la politica, a livello comunale e regionale, sarà capace di assumersi le proprie responsabilità e di cambiare realmente i volti del potere che l'hanno devastata e che continuano a volerla tenere in scacco", conclude Adu.
Clara Rossi