La salute su Aostaoggi.it a cura del dott. Brinato
AOSTA. L'influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica. E' una malattia infettiva molto contagiosa che colpisce molti soggetti indipendentemente dallo stile di vita, dall'età e dal luogo in cui vivono. Si presenta con epidemie annuali sopratutto durante la stagione invernale. Le complicanze dell'influenza sono più frequenti nei soggetti sopra i sessantacinque anni di età e con condizioni di rischio, quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno mostrato un aumentato di rischio di complicanze nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi d'influenza, si possono verificare anche in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate. L'influenza è associata a un'elevata mortalità, si stima che in Europa, muoiono circa quarantamila persone l'anno prematuramente a causa di questa malattia. Il 90% dei decessi avviene in soggetti di età superiore ai sessantacinque anni, specialmente tra quelli con malattie croniche e condizioni cliniche compromesse, il 25% dei decessi colpisce soggetti che non hanno eseguito la vaccinazione.
Da cosa è provocata l'influenza?
L'influenza è una malattia infettiva, molto contagiosa provocata da virus del genere Orthomixovirus. I virus che colpiscono l'uomo sono stati classificati in tre famiglie: di tipo A, B e C. Hanno differenti caratteristiche e diversa pericolosità. I virus di tipo A sono i più comuni. Circolano nell'organismo umano, ma anche in quello di altre specie animali, quali uccelli, maiali e cavalli, alcuni dei quali si sono adattati all'uomo. Sono responsabili delle forme più serie d'influenza e possono causare epidemie e pandemie (cioè diffusione in tutto il mondo).
Perché molti soggetti si ammalano d'influenza ogni anno?
Una delle caratteristiche peculiari dei virus influenzali è la loro possibilità di mutare. Le mutazioni interessano prevalentemente due proteine presenti sulla superficie del virus dette emoagglutinine e neuraminidasi indicate rispettivamente con la lettera H con la lettera N. Questi componenti sono quelle che permettono al virus di penetrare all'interno delle cellule dell'organismo (uomo o animale) e di infettarle, sono anche i composti che funzionano da antigeni, cioè sono riconosciuti estranei dal nostro sistema immunitario nei confronti dei quali organizza la risposta di difesa con la produzione di anticorpi. Le mutazioni di queste due componenti danno origine a virus diversi. Questi nuovi virus, quindi, completamente sconosciuti al sistema immunitario, sono in grado di trasmettersi rapidamente e a grandi distanze in tutti i gruppi di età, causando pandemia ed epidemie particolarmente pericolose, come accadde nel 1918 con il virus H1N1 nel 1957, quando comparve il sottotipo H2N2, nel 1968 con il virus H3N2 a Hong Kong, e durante l'influenza aviaria verificatesi alcuni anni fa. Per fortuna le mutazioni più frequenti sono quelle minori, che producono piccole varianti dei virus A e B, verso le quali la quasi totalità della popolazione presenta un certo grado d'immunità.
Come si trasmette l'influenza?
I virus penetrano nell'organismo umano attraverso le vie respiratorie (naso, gola e polmoni) e si diffondono facilmente da una persona all'altra attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un'altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Quali sono i primi sintomi dell'influenza?
L'influenza si riconosce per l'insorgenza brusca della febbre associato spesso a mal di testa e questo l'elemento caratterizzante della vera influenza rispetto ad altre affezioni virali stagionali che si verifica all'inizio dell'autunno e alla fine della stagione invernale.
Quali sono le complicanze?
La malattia compare dopo 1-2 giorni dall'ingresso del virus nelle vie aeree, i sintomi (febbre, mal di testa mal di gola, secrezioni nasali, tosse, nausea ecc) durano 4-5 giorni. La malattia lascia generalmente uno stato di stanchezza, per circa 15- 20 giorni. Le complicanze nei soggetti sani sono rare, le più frequenti sono le sovrainfezioni batteriche responsabili d'infezioni delle vie respiratorie fino alla polmonite con quadri d'insufficienza respiratoria avvolte anche gravi. Queste complicanze si verificano spesso nei soggetti defedati con malattie croniche preesistenti.
Che tipo d'influenza prevediamo nella stazione invernale 2017-2018?
Nella stagione 2017-2018 sono previsti dai quattro ai cinque milioni di casi d'influenza, l'inverno particolarmente freddo potrebbe far aumentare il numero dei contagi. Si tratterà di una stagione influenzale a media intensità, in linea con quella passata. Anche i virus responsabili saranno gli stessi che hanno caratterizzato la stagione passata, con l'aggiunta di due nuove varianti. Tra queste, particolare attenzione è stata riservata al virus H1N1 pdm 09, appartenente al ceppo di tipo A, il più virulento tra quelli che contagiano l'uomo e quindi ritenuto particolarmente aggressivo.
Che cosa fare?
La soluzione ottimale è il riposo, un'automedicazione responsabile attraverso l'utilizzo di farmaci da banco (paracetamolo, aspirina ecc) consigliati dal farmacista con il supporto del medico, l'importante e non farne abuso. I farmaci agiscono su i sintomi e non curano la malattia. Ricordarsi che i sintomi devono essere controllasti non azzerati, la febbre è una risposta benefica dell'organismo all'infezione. Il ricorso agli antivirali è necessario solo in casi particolari, come nei soggetti con malattie croniche che vanno incontro a complicanze gravi. La persistenza della febbre, oltre 5-6 giorni, deve far sospettare un sovrainfezione batterica, in questo caso è utile l'uso di antibiotici consultando sempre il medico.
Che cosa non fare?
Evitare di spostarsi da casa, gli sbalzi di temperatura, il contatto con altre persone che non solo favorisce la diffusione del virus ma aumenta il rischio di sovrainfezioni. L'attesa in luoghi di cura come il pronto soccorso o nelle sale di attesa dei medici di base sono da evitare. Se necessario chiedere una valutazione medica a domicilio al proprio medico curante.
Gli Antibiotici sono utili nella cura dell'influenza?
Ancora oggi esiste un certo grado di confusione. Tutte le malattie respiratorie, che si verificano nei mesi invernali, devono essere considerati in prima battuta di origine virali per cui gli antibiotici non servono. Il virus si localizza nelle cellule, dove l'antibiotico non arriva, è possibile che durante lo stato influenzale, dopo 4-5 giorni, per riduzione delle difese immunitarie, si possano verificare una sovrainfezione batterica con esacerbazione dei sintomi, in questi casi, è necessario sempre sotto lo stretto controllo medico, iniziare una terapia antibiotica.
Dopo un episodio d'influenza come comportarsi?
L'influenza ha un decorso che dura 4-5 giorni e lascia uno stato di stanchezza, inappetenza per circa 15- 20 giorni, provoca un abbassamento delle difese immunitarie e una facile predisposizione a sovrainfezioni batteriche, con possibili quadri di polmoniti e infezioni generalizzate. Riposo, ripresa graduale dell'attività fisica e una alimentazione variegata, aiutano a prevenire le complicanze.
Come si può limitare la diffusione del virus?
La trasmissione del virus dell'influenza avviene per via aerea attraverso le goccioline di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Il lavaggio delle mani con acqua o con gel alcolici, buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso con fazzolettini monouso quando si tossisce o si starnutisce, lavarsi le mani e buttare i fazzolettini dopo l'uso in buste chiuse), isolamento volontario a casa, l'uso di mascherine, limitano in maniera considerevole la diffusione della malattia. Tali misure si aggiungono a quelle basate su i presidi farmaceutici (vaccinazioni e uso di antivirali.)
Quando utilizzare gli antivirali?
L'utilizzo degli antivirali in corso d'influenza è molto rara. In genere sono sottoposti a terapia antiviali i soggetti con complicanze respiratorie gravi in corso di sindrome influenzali e spesso ricoverati in ospedale e con malattie croniche preesistenti.
Il vaccino antinfluenzale è utile?
In Italia è a disposizione, nel piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019, un vaccino trivalente che contiene tre tipi di antigeni apparenti a virus circolati dal 2008 al 2015 e altri antigeni di ceppi virali della stagione invernale 2016/2017. Il vaccino è in grado di stimolare una risposta immunitaria adeguata. Tutti i dati epidemiologici europei,dimostrano che la vaccinazione antiinfluenzale, in tutte le persone di età pari o superiore a 65 anni e di tutte le età con patologie croniche, ha ridotto notevolmente la mortalità e le complicanze.
Come mai nonostante il vaccino diverse persone si ammalano d'influenza?
Spesso i soggetti che si ammalano dopo la vaccinazione, sono infettati da altri microrganismi che causano sintomi simili all'influenza, inoltre, come anticipato prima, spesso il virus influenzale cambia e il vaccino non offre una copertura immunitaria totale. Questo non significa che il vaccino non serve, anzi stimola e rafforza il sistema immunitario riduce le manifestazioni cliniche della malattia e di conseguenza riduce il rischio di complicanze.
A quale categorie di soggetti è consigliata la vaccinazione?
Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non hanno specifiche controindicazioni. Non è obbligatoria ma rientra nelle vaccinazioni raccomandate. Le categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata sono, tutti i soggetti di età pari o superiore a 65 anni o di età diversa,che presentano malattie croniche (diabete, malattie respiratorie croniche, tumori, malattie epatiche e renali, malattie del sistema immunitario ecc.). Inoltre è raccomandata al personale sanitario che vive a contatto con soggetti ad alto rischio (anziani, soggetti ospedalizzati ecc), al personale che per motivi di lavoro e a contatto con animali che potrebbero essere fonti d'infezioni da virus influenzali non umani, soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo, forze di polizia, vigili del fuoco.
E' utile vaccinare i neonati e le donne gravide?
Allo stato attuale non si ritiene necessario vaccinare bambini e donne gravide che non presentano fattori di rischio individuali.
dott. Franco Brinato
Specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso