La Salute su Aostaoggi.it a cura del dott. Franco Brinato
Uno stimato studio recente di salute pubblica condotto in Gran Bretagna e pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet suggerisce che gli attuali limiti di sicurezza concernente il consumo di bevande alcoliche dovrebbero essere rivisti. Gli autori suggeriscono di non superare i 100 grammi di alcol a settimana, equivalente a poco meno di un litro di vino, a poco più di 3 litri di birra e a circa 300 millilitri di superalcolici. Al di sopra di questa soglia aumenta il rischio di patologie cardiovascolari (in particolare d'ictus e ipertensione) e si riduce l'aspettativa di vita (anche di 4-5 anni per chi supera i 350 grammi di alcol a settimana).
Lo studio è stato eseguito su un campione di 600 mila bevitori attivi residenti in diciannove nazioni senza alcuna patologia allo scopo di definire meglio le soglie di sicurezza per non incorrere nel rischio di mortalità per malattie cardiovascolari nelle uso di bevande alcoliche.
Gli autori hanno messo in relazione la dose di alcol assunta di una fascia d'individui che assumevano meno 100 grammi di alcol a settimana con altra fascia che assumeva quantità superiore (100-200, 200-350 e oltre i 350 mg). I ricercatori inglesi hanno registrato oltre 40 mila decessi e 39 mila casi di patologie cardiovascolari di nuova comparsa, in un periodo di osservazione di 5,4 anni.
L'alcol è risultato associato soprattutto a un aumentato rischio d'ictus (+14% per i consumi settimanali di alcol superiori a 100 gr), di coronaropatia (ma non d'infarto) (+ 6%), di scompenso cardiaco (+9%), d'ipertensione maligna (+24%), di aneurisma aortico fatale (+15%). Per contro, un consumo di alcol superiore a 100 grammi a settimana è risultato associato a un ridotto rischio d'infarto (-6%). Ma il dato di certo più impressionante è stato tra tutti quello concernente la ridotta aspettativa di vita. Chi consuma 100-200 grammi di alcol a settimana, rispetto a chi beve meno di 100 grammi a settimana, ha a 40 anni un'aspettativa di vita ridotta di circa 6 mesi; chi beve 200-350 grammi di alcol a settimana ha un'aspettativa di vita ridotta di 1-2 anni, mentre chi indulge pesantemente nel consumo di bevande alcoliche (oltre 350 grammi di alcol a settimana) "consuma" anche 4-5 anni di vita.
Cos'è e come agisce l'alcol nell'organismo
L'alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza; causa danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello.
L'alcol è assorbito per l'80% dalla prima parte dell'intestino. e in minima parte nella bocca e nello stomaco. Una volta assorbito passa nel sangue e dal sangue arriva al fegato, dove è trasformato e in parte distrutto attraverso un enzima chiamato alcol-deidrogenasi. Soltanto quando il fegato ha assolto del tutto a questa funzione, la concentrazione dell'alcol nel sangue risulta azzerata.
Questo processo di degradazione dell'alcol richiede tempo ed è diverso da persona a persona, varia in funzione del sesso, dell'età, della razza; è inefficiente nei bambini e non è completamente efficiente prima dei 21 anni. Dopo i 65 anni si perde gradualmente la capacità di smaltire l'alcol. Le donne hanno una capacità minore rispetto agli uomini di smaltire l'alcol e per questa ragione sono più vulnerabili ai suoi effetti. Questa diversa capacità dipende dalla diversa quantità dell'enzima alcol-deidrogenasi presente nel fegato.
Un'assunzione elevata di alcol occasionale produce uno stato d'intossicazione acuta, con gravi rischi per la salute, mentre l'uso persistente e frequente di quantità non moderate di alcol, da intossicazione cronica, producendo comunque gravi conseguenze sul piano sanitario e sociale.
Quali danni causa l'alcol?
Recentissimi studi clinici hanno dimostrato che l'assunzione di quantità di alcol superiore a 100 g a settimana aumenta il rischio d'ictus e di malattie cardiache e riduce l'aspettativa di vita. Inoltre Il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell'insorgenza di numerose patologie a carico di diversi organi:
- fegato: epatite alcolica (un'infiammazione cronica del fegato); cirrosi alcolica, cancro del fegato;
- apparato digerente: gastrite (infiammazione dello stomaco) e ulcere gastriche; esofagite (infiammazione dell'esofago) anche con ulcere; pancreatite (infiammazione del pancreas) fino alla pancreatite cronica cancro dell'esofago e dello stomaco;
- cuore: l'alcol danneggia il cuore, provocando la cardiomiopatia alcolica che può portare a scompenso cardiaco e aritmie; provoca inoltre ipertensione arteriosa e aumenta il rischio d'ictus;
- apparato genitale: negli uomini può provocare disfunzione erettile e nelle donne alterazioni del ciclo mestruale e un incrementato rischio d'insorgenza di lesioni e cancro del seno. Nelle prime fasi, la riduzione dei freni inibitori può portare a promiscuità sessuale (con rischio di contrarre infezioni trasmette sessualmente (AIDS, Epatite, ecc.) e aumenta il rischio di violenza sessuale;
- sistema nervoso: l'alcol può provocare neuropatia periferica (riduzione della sensibilità e comparsa di formicolii a carico delle mani e dei piedi), perdita della memoria, atrofia cerebellare, demenza senile precoce, allucinazioni, stato confusionale, convulsioni;
- sistema immunitario: riduzione delle difese immunitarie e maggior suscettibilità alle infezioni (es. polmoniti e TBC).
L'alcol aumenta inoltre il rischio di morte violenta per incidenti stradali, annegamento, cadute accidentali e in gravidanza in gravidanza può provocare la sindrome feto- alcolica (dimorfismi facciali, ritardo nell'accrescimento, anomalie nello sviluppo del sistema nervoso centrale). Il rischio aumenta in relazione alla quantità di alcol assunta.
Consumo di alcolici in gravidanza
E' ormai accertato che le donne che bevono abitualmente una o più volte al giorno durante la gravidanza hanno un maggior numero di aborti soprattutto durante il secondo trimestre, anche se è proprio l'inizio della gravidanza il periodo più a rischio in funzione delle qualità tossiche dirette dell'alcol che interferisce con i processi di sviluppo cellulare e in particolare dei neuroni cerebrali. Per queste ragioni in gravidanza è opportuno e consigliato di astenersi completamente dal consumo di qualunque tipo di bevanda alcolica.
Altra categoria a rischio sono gli anziani in cui la capacità di smaltire l'alcol è ridotta, la circolazione epatica è diminuita e con essa la capacità delle cellule del fegato di produrre adeguate quantità di enzimi capaci di demolire l'alcol ingerito. Entrambe queste condizioni sarebbero sufficienti a invitare gli anziani alla cautela nel consumo di alcol. Ma se ne aggiunge altre: molto spesso gli anziani assumono farmaci e questi possono interagire con l'alcol. Inoltre sono portatori di malattie croniche per le quali è sconsigliabile consumare alcolici.
Ma qual è la quantità di alcol da assumere per non incorrere in rischi per la salute?
Secondo le Linee Guida delle maggiori società scientifiche nazionali sono considerate a basso rischio un consumo di 10-12 grammi di alcol puro il giorno. Queste quantità devono essere riviste in base al genere e all'età, in particolare:
- 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini;
- 1 unità alcolica al giorno per le donne;
- 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni;
- zero unità di alcol sotto i 18 anni.
Una unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a un bicchiere di vino (125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°), un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).
Chi è definito alcolista?
Colui che ha raggiunto un grado di tolleranza all'alcol che assume regolarmente e in quantità eccessiva. L'alcolista necessita di bere sempre di più per ottenere un determinato effetto desiderato (ubriacarsi) e va incontro a sindrome da astinenza alla cessazione dell'assunzione, con diverse manifestazioni a seconda del tempo passato dall'ultima ingestione.
Come si manifesta l'astinenza da alcol?
Esistono diversi stadi. Il 1° stadio inizia dopo 6-12 ore dall'ultima ingestione di alcol e si manifesta con agitazione ansia, irrequietezza tremori, sudorazione e aumenti dei valori di pressione arteriosa. Il 2° stadio inizia 24 ore dopo l'ultima assunzione di alcol e si manifesta co allucinazioni visive (visione d'insetti, vermi.). Il 3° stadio compare dalle 6 alle 48 dall'ultima assunzione di alcol, in questa fase oltre ai sintomi precedenti possono comparire convulsioni. Infine il 4° stadio, o delirium tremens, compare da i tre ai 10 giorni dalla sospensione dell'alcol e si manifesta, oltre che con sintomi precedenti, anche con disorientamento, aumento della temperatura corporea e della pressione arteriosa e dei battiti cariaci. Il delirium tremens è un'emergenza medica ed è gravata da un'alta percentuale di mortalità se non è trattata.
Perché si arriva a bere fino a diventare alcolisti?
Le condizioni che possono favorire l'alcolismo sono diverse:
- il sesso: gli uomini sono colpiti il doppio delle donne;
- l'età: chi comincia a bere in giovanissima età (adolescenza) è più a rischio di malattie alcol correlate o di alcolismo;
- la storia familiare di alcolismo: chi ha uno o entrambi i genitori alcolisti è più a rischio di alcolismo;
- la presenza di malattie psichiatriche, la depressione in particolare;
- la bassa autostima;
- alcuni tipi di professioni (chirurghi, manager, ecc)
Qual è la concentrazione di alcol nel sangue consentita per la guida e sui luoghi di lavoro?
Non esistono quantità di alcol sicure per la guida. Il livello di concentrazione di alcol nel sangue (alcolemia) ottimale ai fini dell'idoneità psico-fisica alla guida è zero grammi per litro. La legge impone tale livello per i minori di 21 anni, per i neopatentati e per i professionisti del volante (taxi, ambulanze, treni aeri ecc).
Guidare sotto effetto di alcolici significa che: il tempo di frenata raddoppia, il campo visivo (in particolare quello laterale) si riduce e si ha una percezione distorta delle distanze e della velocità.
L'incidente stradale causato dall'alcol alla guida rappresenta la prima causa di morte tra i giovani in Italia. Se si deve guidare quindi è fondamentale non bere, qualunque sia l'età. Quando si consuma alcol nonostante ci si debba mettere alla guida, è indispensabile aspettare due ore per ogni bicchiere di bevanda consumato.
Per quanto riguarda il lavoro, il consumo di alcol raccomandato è zero e per alcune categorie ad alto rischio per l'incolumità a terzi la legge prevede esplicitamente il divieto di consumo nei luoghi di lavoro. Ogni anno in Italia si verificano circa 100 mila infortuni sul lavoro. Una percentuale tra il 10 e il 40 per cento è dovuto all'alcol. Non è un caso che gli infortuni siano più frequenti nelle ore immediatamente successive l'assunzione di alcolici: le prime ore del mattino e successivamente alla pausa pranzo.
Quali test si eseguono per capire se un soggetto ha problemi legati all'alcol?
Nell'intossicazione acuta i sintomi e l'alcolemia, rilevata attraverso l'etilometro e la ricerca dell'alcol nel sangue, sono due test attendibili e affidabili utilizzati in pronto soccorso in caso di incidente stradale per fare diagnosi di etilismo acuto.
Altri esami eseguiti sul sangue sono:
- Gamma-GT: aumenta, indipendentemente dalla presenza di un danno epatico indotto dall'alcol, in caso di consumo recente di bevande alcoliche e si normalizza dopo 4-5 settimane di astensione;
- CV (volume globulare medio): l'aumento di volume dei globuli rossi negli alcolisti è conseguenza all'azione tossica diretta dell'alcol sull'assorbimento intestinale di acido folico e vitamina B12.
- transaminasi GOT (AST) e GPT (ALT): sono effettuati per valutare la presenza di un danno al fegato; un maggior incremento della GOT rispetto alla GPT fa propendere per un danno epatico alcol-correlato.
dott. Franco Brinato
specialista in medicina d'Emergenza Urgenza e dirigente medico della struttura complessa di Medicina d'emergenza e Pronto Soccorso dell'ospedale Parini di Aosta