La Car-T, la prima terapia personalizzata ed efficace contro il cancro


La salute su Aostaoggi.it - a cura del dott. Brinato

La notizia è di pochi giorni fa: finalmente per molti bambini e giovani adulti, affetti da alcune forme di leucemie gravi non responsive alle terapie tradizionali, esiste una speranza. La scienza ha messo a disposizione il primo farmaco oncologico efficace e sicuro. I dati mostrano che su 75 giovani che hanno ricevuto il trattamento, l'80% entro tre mesi dalla prima somministrazione, ha avuto una remissione completa della malattia.

Nel secolo scorso gli scienziati avevano intuito che il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nel controllo delle cellule tumorali. Il nostro organismo produce miliardi di cellule tumorali il giorno, il sistema immunitario ha la capacità di riconoscerle ad attaccarle, ma a un certo punto questa capacità, per diverse cause, viene meno. Le cellule tumorali sfuggono al controllo e il tumore ha la meglio. Questa intuizione ha portato negli anni gli scienziati a studiare nuove strategie terapeutiche per le cure di alcuni tumori basate sul potenziamento delle cellule immunitarie. Il nostro sistema immunitario è molto complesso, ma il principio sul quale si basa è semplicissimo: essenzialmente, quello che fa è distinguere il sé (le nostre cellule, i nostri tessuti, i nostri organi) dall'altro (i parassiti, gli organi estranei, cellule tumorali ecc.). Poiché un tumore è fatto di cellule mutate geneticamente, quindi diverse dalle cellule sane, l'armamentario da difesa che possediamo le riconosce e le distruggere, nello stesso modo in cui riconosce ed eradica un virus o un batterio. Questa nuova frontiera ha introdotto il concetto d'immunoterapia che sfrutta l'innata capacità delle cellule del sistema immunitario di riconoscere i nemici esterni e distruggerli.
Gli studi e la sperimentazione negli ultimi anni hanno dato i primi risultati, finalmente oggi è a disposizione il farmaco ricavato dalle cellule immunitarie del soggetto malato capace di distruggere le cellule tumorali. Il trattamento è stato sperimentato per la prima volta con successo nel 2012 negli Stati Uniti, su una bambina di 7 anni con leucemia linfoblastica acuta, dai ricercatori dell'Università di Pennsylvania presso il Children Hospital di Philadelphia. Da allora sono partite numerose sperimentazioni in tutto il mondo, i cui risultati hanno portato in pochi mesi la federazione americana del farmaco ad approvare il primo farmaco. Successivamente la terapia è stata approvata anche in Europa e il primo febbraio del 2018, l'ospedale Bambin Gesù di Roma annuncia che un bambino di 4 anni è stato curato con la stessa metodica. Al momento la terapia è limitata ad alcune leucemia non responsive ai trattamenti convenzionali, ma gli studi promettono un possibile utilizzo su tutte le altre forme tumorali.

Da dove nasce l'intuizione dei ricercatori?
La produzione in laboratorio di alcuni linfociti T (alcune cellule del nostro sistema immunitario) prelevati dal soggetto malato ed elaborarle geneticamente ha la capacità di uccidere selettivamente le cellule tumorali del sangue. Si tratta di produrre "cellule killer T geneticamente elaborate": una sorta di arma artificialmente prodotta dal sistema immunitario, in grado di "convivere con qualsiasi cancro nel sistema sanguigno" e contrastarlo. Nasce cosi una nuova tecnica genetica d'immunoterapia denominata Car-T in grado di riprogrammare i linfociti T per armarli contro il tumore. Un risultato che gli scienziati giudica rivoluzionario.

Cos'è la Car-T? E come funziona?
Quando si sviluppa un tumore, vuol dire che il nostro sistema immunitario non è stato in grado di reagire contro le cellule tumorali. In particolare i linfociti T, deputati alla sorveglianza antitumore, grazie alla presenza di recettori naturali presenti sulla loro superficie capace di riconoscere le cellule malate, perdono questa capacità e diventano inefficienti, pertanto le cellule tumorali si moltiplicano e mettono in atto dei meccanismi per sfuggire all'attacco del sintema immunitario. La Car-T (T appunto da linfociti T, in inglese Chimeric antigen receptor T cell) è una tecnica genetica in grado di riprogrammare i linfociti T e renderli capaci di attaccare le cellule tumorali. L'obiettivo è di rinsegnare ai linfociti T come riconoscere e attaccare il tumore. È molto sofisticata e consiste nell'isolare le cellule tumorali del paziente e i suoi linfociti T. Per far questo è sufficiente l'isolamento e la raccolta dei linfociti e altre cellule (in pratica il metodo prevede di estrarre, con una semplice raccolta di sangue che dura un paio di ore, alcuni linfociti T del malato). Una volta estratti i linfociti T del paziente, vengono maneggiati in laboratorio e attraverso una tecnica genetica, si immette un particolare recettore (Car) specifico per le cellule tumorali del paziente rendendo cosi i linfociti T nuovamente reattivi contro le cellule tumorali. In altre parole i linfociti T, vengono equipaggiati da due potenti “munizioni”: un recettore da mettere sulla superficie esterna (come una sorta di “rilevatore di nemici”) in grado di riconoscere la maggior parte delle cellule cancerose del tumore in questione, molto più potente del recettore originale e in grado di eludere alcuni meccanismi di resistenza adottati dalle cellule tumorali; e un meccanismo posto all'interno del linfocita T, che lo stimola a espandersi e proliferare nel momento in cui le cellule tumorali attaccano le cellule sane. A questo punto, i linfociti T potenziati vengono riprodotti e moltiplicati in laboratorio e poi reinfusi nel paziente e incominciano la loro azione riconoscendo le cellule tumorali nel sangue e nel midollo, attaccandole fino a eliminarle completamente. Il fatto sorprendente, da sottolineare, è che la loro attività antitumorale è continua e persistente e dura per sempre all'interno dell'organismo, anche dopo una singola somministrazione. Si tratta di una sorta di auto trapianto manipolato geneticamente.

Con questa tecnica sono stessi messi appunto i primi due farmaci oncologici personalizzati e innovativi, il Tisagenlecleuce (nome commerciale Kymriah) efficace e sicuro per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta a cellule B, il tumore del sangue più diffuso nei bambini dai 3 ai 1 4 anni e approvato dall'agenzia del farmaco statunitense lo scorso agosto e l'Axicabtagene Ciloleucel di Gilead, farmaco attivo per due forme aggressive di linfoma non Hodgkin.

leucemia
da Ansa Centimetri

Quali tipi di tumore oggi possono essere curati con questa nuova terapia?
Attualmente la Car-T ha dimostrato sicurezza ed efficacia solo ed esclusivamente nella cura dei tumori del sangue, come leucemie, linfomi e mielomi e la leucemia linfatica cronica, il tumore del sangue più frequente degli anziani, resistenti alle terapie tradizionali. I dati della ricerca dimostrano che la Car-T potrebbe dare risultati promettenti. L'obiettivo è in futuro quello di trattare anche altri tipi di neoplasie come quelli del fegato, del pancreas, dell'ovaio, il neuroblastoma e il mesotelioma con la stessa tecnica, tuttavia per queste neoplasie, gli esperti sono cauti e sottolineano al momento che la terapia di prima scelta rimane la chirurgia, la radio e la chemioterapia.

In Italia il trattamento viene eseguito?
L'Agenzia del farmaco Europea e Italiana hanno approvato l'utilizzo dei farmaci ottenuti con la tecnica Car T. In Italia questa strategia è stata impiegata da medici e ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove esiste un'officina per la realizzazione della tecnica Car- T. Quest'ultima, applicata su un bambino di 4 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta che non rispondeva più alle terapie tradizionali, ha dato risultati sorprendenti.

Ci sono limiti e complicanze a questa straordinaria scoperta?
Sono stati registrati, durante il trattamento, degli effetti collaterali gravi anche se di breve durata e reversibile. Tra le complicanze più comuni, c'è la tempesta delle citochine, in altre parole, le cellule T modificate e infuse nel paziente, rilasciano citochine, molecole infamatorie in grado di provocare febbre alta, dolori muscolari, sintomi neurologici e problemi circolatori e respiratori, avvolte anche gravi. La somministrazione di farmaci immunosoppressori ha dato risultati buoni per il controllo di queste complicanze. La tappa successiva sarà la manipolazione dei linfociti T per dotarli di geni suicida da attivare in caso di eccessiva risposta del sistema immunitario.
Altri limiti sono i costi elevati del trattamento e la carenza di officine specializzate, per soddisfare le numerose richieste, il ministero della salute, dicono gli esperti sta lavorando nella direzione giusta, per la ricerca di fondi necessari. affinché il trattamento sia somministrato a tutti i pazienti.

Conclusion​i
Molti bambini e giovani adulti finalmente possono sperare nella guarigione di molte forme di leucemie, grazie al trattamento Car T. L'obiettivo è in futuro quello di trattare anche altri tipi di neoplasie con la stessa tecnica. Tuttavia è necessario sottolineare che la terapia di prima scelta rimane il trattamento tradizionale (radio e chemio terapia) che negli ultimi anni ha dato risultati soddisfacenti. Il ricorso alla terapia Car T è limitato al momento ad alcune leucemie non responsive ai trattamenti tradizionali sulle quali ha dimostrato efficacia e sicurezza.


dott. Franco Brinato
pecialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale; dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso

Bibliografia
Journal of Hematology & Oncology 2018

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