La Salute su Aostaoggi.it - a cura del dott. Franco Brinato
L'infezione da virus B (HBV) e C (HCV) rappresenta la forma più aggressiva di epatite, non dà sintomi ed evolve molto spesso in una malattia cronica, la cirrosi, una condizione grave del fegato che può portare a sviluppare insufficienza epatica e tumore. La cirrosi epatica è una patologia in forte crescita negli ultimi anni: in Italia ha raggiunto cifre importanti circa trecento/ quattrocentomila casi con ventimila decessi all'anno. La fascia di età più colpita è tra 45-70 anni.
In questo articolo si parla di epatite B e C, di come si contrae il virus, dei grandi passi avanti fatti con la vaccinazione per il virus dell'epatite B e delle nuove terapie per l'infezione da virus C.
Cos'è l'epatite
L'epatite è un infiammazione acuta del fegato causata da diversi fattori: virus, alimenti, farmaci. Nella maggior parte dei casi l'epatite acuta guarisce completamente, infatti il fegato è un organo capace di rigenerarsi. Raramente le forme acute di epatite si cronicizzano e altrettanto raramente possono degenerare in danno epatico.
Diverse invece sono l'epatite causate da virus B e C che facilmente evolvono in un epatite cronica in cui il fegato non riesce a rigenerarsi. L'infiammazione cronica con il tempo produce un danno irreversibile senza dare sintomi specifici. Il fegato in questo caso è invaso da tessuto fibroso (cicatrici) non in grado di svolgere più le proprie funzioni. Si parla di una malattia epatica conosciuta come cirrosi epatica. La cirrosi epatica rappresenta l'evento finale di un epatite cronica.
Come si trasmette l'epatite B e l'epatite C?
Sono virus trasmissibili per la maggior parte attraverso il sangue. Il virus B, a differenza del virus C, si trasmette più facilmente con i rapporti sessuali essendo presente abbondantemente nello sperma, nelle secrezioni vaginali e nella saliva. Grazie alla campagna vaccinale questo virus è meno diffuso.
Meno frequente, ma non impossibile, è la trasmissione per via sessuale del virus C, anche se è più sovente che ciò avvenga attraverso le trasfusioni di sangue e l'utilizzo di strumentazione mediche ed estetiche non sterili e tra tossicodipendenti per scambio di siringhe. Tuttavia dopo l'introduzione dello screening obbligatorio del sangue basato sulla ricerca del virus, il tasso di incidenza di epatite C associato alle trasfusioni si è quasi azzerato.
Quali sono le complicanze dell'epatite cronica non trattata?
La complicanza più frequente è la cirrosi epatica. La cirrosi può rimanere silente per tutta la vita e la diagnosi spesso è occasionale, ad esempio con un ecografia eseguita per altre ragioni. In altri casi si manifesta con forma grave con tutte le sue complicanze: ascite (accumulo di liquido in addome); encefalopatia, caratterizzata da disturbi della coscienza fino al coma a causa dell'accumulo di sostanze tossiche non più eliminate dal fegato; emorragia con emissione di sangue dallo stomaco, per rottura di vasi sanguigni dovuto al fatto che il sangue che afferisce al fegato per essere depurato, trova un ostacolo e si accumula nelle vene dello stomaco e dell'esofago. Un'altra complicanza frequente è l'adenocarcinoma, il tumore più diffuso del fegato.
In Italia qual è la situazione?
In Italia circola il virus C, il più aggressivo e il più resistente alla terapia, il Genotipo 1. Provoca un'elevata percentuale (circa 80-85%) di epatite cronica ed è la causa più frequente di cirrosi e cancro del fegato ed è responsabile del 70”% dei trapianti di fegato. Circa l'1-2 % della popolazione Italiana è infetta da questo virus.
Il virus B era molto diffuso in Italia fino a poco tempo fa mentre adesso è fortemente in calo grazie alla vaccinazione, resa obbligatoria a tutti i nuovi nati, ed alla scoperta di una terapia antivirale efficace.
Quale è il motivo di questa massiccia diffusione del virus C?
Prima degli anni 90 il virus C non era conosciuto. Trasfusioni di sangue e trapianti d'organi, in assenza di un controllo preventivo, hanno causato un alto numeri di infezioni e quindi la diffusione della malattia. I soggetti con un'età tra 45 e 70 anni che hanno subito una trasfusione o un trapianto in passato sono più a rischio.
Come capire se si è infettati dal virus dell'epatite
Dal momento che molti soggetti non sviluppano sintomi, la diagnosi di epatite B e C si affida alla ricerca del virus nel sangue. Molto spesso, si scopre di avere l'epatite solo grazie a esami eseguiti, ad esempio, in occasione di una donazione del sangue o di un intervento chirurgico.
Una volta scoperto di avere il virus, cosa possiamo fare?
Il virus dell'epatite C (HCV), su cui al momento non è disponibile un vaccino, fino a poco tempo fa presentava resistenza alla terapia e molti soggetti sospendevano il trattamento a causa dei frequenti effetti collaterali. Dal 2014 abbiamo a disposizione farmaci capaci di debellare completamente il virus senza trattamenti a lungo termine con un'efficacia di guarigione superiore all'80%. I nuovi farmaci, oltre ad eradicare il virus completamente, consentono di trattare soggetti con malattia cirrotica avanzata.
Per il virus B oltre alla prevenzione con il vaccino, che ha ridotto la diffusione del virus, sono disponibili farmaci antivirali associati all'interferone che è in grado di ridurre fortemente la replicazione virale. Il trattamento è a lungo termine e non scevro da effetti collaterali.
E' prevedibile un vaccino per il virus C nel futuro?
E' molto difficile in quanto il virus C si modifica facilmente e il sistema immunitario non è capace di produrre anticorpi. Al momento, come si diceva prima, esiste una terapia efficace priva di effetti collaterali e che soprattutto non deve essere somministrata a vita come in passato. Bastano dai 2-3 mesi per eradicare il virus e guarire dalla malattia.
Come prevenire l'infezione da epatite
Per prevenire l'epatite virale B esiste una vaccinazione sicura ed efficace, obbligatoria per i nuovi nati ma disponibile per tutti. Dall'introduzione della vaccinazione in Italia (nel 1991) a oggi i nuovi casi di epatite B si sono ridotti del'80% nei gruppi di età destinati dell'intervento vaccinale (0-14 e 15-24 anni).
Dal momento che non è disponibile un vaccino anti-HCV, le uniche misure di prevenzione realmente efficaci, valide anche per il virus B, sono rappresentate dall'osservanza delle norme igieniche generali e dall'adozione di corretti comportamenti quali:
- usare il preservativo nei rapporti sessuali a rischio;
- evitare lo scambio di oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine, rasoi, tagliaunghie, siringhe riutilizzabili;
- in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o in altre parti del corpo (piercing), pratiche estetiche che prevedano l'uso di aghi, accertarsi del rispetto delle condizioni igieniche dei locali in cui vengono eseguiti e pretendere l'uso di aghi usa e getta;
- evitare lo scambio di siringhe usate.
La diagnosi precoce è fondamentale per evitare di trascurare la malattia e le sue complicanze. A tale proposito è fortemente consigliabile sottoporre i soggetti a rischio (coloro che hanno subito interventi e trasfusioni prima degli anni 90) alla ricerca del virus nel sangue. Una diagnosi precoce consente oggi, soprattutto per l'infezione da virus C, un trattamento farmacologico capace, anche nelle forme avanzate di malattia, di dare risultati eccellenti con guarigione che arrivano al'80%.
Se c'è la consapevolezza di essere entrati accidentalmente a contatto con il virus (rapporti sessuali occasionali, puntura con siringhe usate, ecc) è importante contattare immediatamente il medico o rivolgersi in pronto soccorso. Un trattamento con anticorpi contro il virus entro le 24 ore dal contagio, abbinato ad una vaccinazione con successivi richiami, può proteggere dallo sviluppo dell'infezione.
dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso