La salute su Aostaoggi.it - a cura del dott. Franco Brinato
L'aumento generale delle temperature negli ultimi anni ha causato un incremento esponenziale di casi d'infezioni da puntura di zecche su tutto il territorio nazionale, da Nord al Sud. Erroneamente si crede che la puntura di zecca non rappresenti un'emergenza medica, ma in realtà può provocare nell'uomo gravi malattie a volte anche mortali e difficili da diagnosticare.
Come riconoscere una zecca?
Le zecche sono parassiti facilmente confondibili con altri insetti. Sono caratterizzate da corpo ovale di colore scuro e un capo non distinguibile dal corpo, munito di un apparato buccale (rostro) capace di forare la cute e di succhiare il sangue. Le dimensioni variano da pochi millimetri a un cm e cambiano a seconda la fase di sviluppo della zecca. Sono parassiti che per sopravvivere e completare il proprio sviluppo si nutrono di sangue di mammiferi, compreso l'uomo.
Prediligono le zone aride nelle regioni tropicali o subtropicali, anche se sono diffuse in tutto il mondo; in Italia, grazie all'aumento di temperatura, si è diffusa anche al Settentrione.
Le passeggiate nei boschi in campagna ed il contatto stretto con animali infestati aumentano il rischio di contatto con il parassita. Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano sull'estremità delle piante e dell'erba aspettando il passaggio di un animale o dell'uomo. Grazie alla presenza di recettori sulle zampe anteriori avvertono la presenza dell'ospite attraverso l'anidride carbonica emessa ed il calore dell'organismo e si ancorano con il loro rostro sulla cute.
Il morso è generalmente indolore, perché emettono una sostanza contenente sostanze anestetiche, per cui è difficile accorgersi della loro presenza. Generalmente rimangono attaccate all'ospite per un periodo che varia tra i due e i sette giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.
Come riconosce la puntura di zecca?
Generalmente il parassita rimane ancorato sulla pelle ed è facile riconoscerlo perché si rigonfia di sangue e aumenta di dimensione. Altre volte, l'estrazione accidentale o volontaria con manovre errate provoca la rottura del capo che rimane infilato nella cute. La zona interessata dalla puntura, nella fase iniziale, si presenza gonfia e arrossata con una zona centrale infossata, al centro della quale si forma una crosta dove è facile individuare una zona scura che corrisponde alla parte della zecca.
La permanenza della zecca nella cute può portate a gravi complicanze. Il morso non è generalmente doloroso né pruriginoso, e può pertanto passare inosservato.
Quali effetti ha la puntura di zecca?
La saliva della zecca contiene numerose sostanze ad azione allergizzante e tossiche (neurotossine) spesso non nocive per l'uomo. Il pericolo maggiore è rappresentato da numerosi microorganismi (protozoi, virus, batteri) contenuti nel sangue che succhiano dalle vittime e responsabili di diverse malattie infettive, talvolta gravi.
Le patologie infettive più comuni sono:
La malattia di Lyme
Causata dalla borrelia, un batterio trasmesso dalla zecca che vive generalmente su roditori, volpi, merli e lepri. La fase iniziale di questa malattia è solitamente caratterizzata da un'eruzione cutanea non pruriginosa di colore rosso, simile a una macchia circolare che tende a espandersi dal sito di inoculo della zecca. Nel giro di qualche settimana, si sviluppano dolori muscolari e articolari, spossatezza, brividi, febbre, mal di testa e ingrossamento dei linfonodi. L'intervento precoce è fondamentale: possono subentrare complicanze neurologiche e, se non si ricorre alla terapia idonea (generalmente a base di antibiotici), la malattia di Lyme può portare anche alla morte per coinvolgimento di tutti gli organi.
La meningoencefalite da zecche
E' una malattia virale acuta, facilmente confondibile con una banale influenza, perché provoca leggera febbre, mal di testa, dolori muscolari a 7-14 giorni dal morso. Tuttavia, se trascurata, può determinare il coinvolgimento del sistema nervoso centrale (encefalite e paralisi), talvolta con esito letale. Spesso, la malattia rende necessario il ricovero ospedaliero. Adesso nelle zone a rischio è disponibile un vaccino.
La febbre bottonosa
E' causata dalla Rickettsia conori, trasmessa all'uomo dalla puntura della zecca del cane. La più comune rickettsiosi in Italia è la cosiddetta febbre bottonosa del Mediterraneo, una malattia caratterizzata appunto da febbre, che dura da pochi giorni a due settimane ed un esantema (rossore) su tutto il corpo. Il nome "bottonosa" deriva dal fatto che, nel punto di inoculo della zecca, può comparire una piccola ulcera con una zona centrale nera e un alone rosso (escara).
Le zecche sono anche in grado di provocare reazioni allergiche e una rara forma di paralisi estesa a tutto il corpo (di norma, è sufficiente asportare il parassita per far regredire i disturbi).
Che cosa fare in caso di puntura di zecca?
Rimuove la zecca il prima possibile, utilizzando una pinzetta comune (sono in commercio anche pinzette specifiche). La zecca va afferrata il più vicino possibile alla superficie cutanea e va tirata via con una pressione costante. Se non si riesce a toglierla per intero, perché la testa rimane attaccata, bisogna servirsi di un ago sterile e toglierla come se fosse una scheggia o rivolgersi al medico. Bisogna evitare applicazioni di sostanze oleose, alcool o etere etilico per tentare di estrarre la zecca o di staccarla violentemente: si rischia di lasciare la testa attaccata alla cute. Quando ciò accade il rischio di complicanze aumenta e la diffusione dell'infezione viene facilitata.
Quando consultare il medico?
Il medico va consultato ogni qualvolta non si riesce a rimuovere la zecca o se, nel tentativo di rimuoverla, rimane una parte attaccata nella pelle, ma soprattutto quando compare, a distanza di ore o qualche giorno dalla morsicatura di zecca, malessere generale, febbre, dolori muscolari o macchie cutanee.
Quali sono le raccomandazioni?
Tutti coloro che si recano in aree a rischio (campagna, boschi ecc.) o che hanno contatti con animali potenzialmente portatori di zecche devono:
- Utilizzare un abbigliamento appropriato che copra il più possibile il corpo (sono preferibili abiti di colore chiaro in quanto, oltre a essere meno attrattivi per le zecche, facilitano l'individuazione delle zecche stesse);
- Applicare repellenti per zecche sulla cute esposta (in commercio ne esistono diversi.);
- Evitare di sdraiarsi e rotolarsi nell'erba;
- Evitare di attraversare vegetazione folta a gambe nude;
- Evitare di lasciare lo zaino o indumenti a terra nell'erba o in prossimità di cespugli o foglie secche dove il rischio d'infestazione è maggiore;
- Effettuare un bagno o una doccia il più presto possibile dopo ogni escursione (preferibilmente entro due ore) per lavare via eventuali zecche non ancorate alla cute;
- Esaminare attentamente il proprio corpo, anche con l'uso di lente d'ingrandimento, con particolare attenzione ad alcune zone dove maggiormente si attacca (gambe, inguine, ombelico, ascelle, collo e testa; nei bambini le zecche si possono trovare spesso anche sul capo e in corrispondenza dell'attaccatura dei capelli);
- Cercare i segni del morso sulla cute, che si presenta come un piccolo rigonfiamento arrossato e con un avvallamento centrale dove nel tempo si formerà una crosta;
- Controllare e spazzolare in luogo aperto gli abiti e lo zaino utilizzati nelle scampagnate e lavare gli abiti a temperatura elevata di almeno 60°C.
dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso