Moneyfarm ha compiuto un'analisi raccogliendo dati interessanti
La pandemia e il lockdown che ne è seguito hanno drasticamente ridotto la spesa delle famiglie nel primo quarto dell'anno. "Le stime preliminari del primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente", ha messo in evidenza l'Istat in un report sui consumi. In particolare, si sottolinea, "la marcata riduzione dell'offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l'abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019".
Nel 2019, la stima della spesa media mensile delle famiglie è di 2.560 euro mensili in valori correnti, sostanzialmente invariata rispetto al 2018 (-0,4%) e sempre lontana dai livelli del 2011 (2.640 euro mensili), cui avevano fatto seguito due anni di forte contrazione non recuperata negli anni successivi.
Ma quanto spendono le famiglie italiane e quali le voci che incidono di più sul budget mensile degli italiani che viene poi fortemente intaccato nel caso di spese una tantum? Se consideriamo le voci di spesa degli italiani analizzate da Moneyfarm che riguardano l'abitazione, e cioè acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria, si conferma che questa assorbe la maggior parte della spesa mensile, il 35,1% del totale per una cifra di 903 euro. Seguono gli alimentari e bevande analcoliche (18,0%) ovvero 462 euro, e i trasporti (11,4%) ovvero 292 euro. Sul fronte dei costi per la casa l'Istat comprende – come da linee guida internazionali – l'importo degli affitti figurativi e cioè la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un'abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito.
E ancora, soldi per prodotti alimentari (carne, pesce, zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci, caffè, tè e cacao), e trasporti, abbigliamento e calzature, alberghi, ristoranti, servizi ricreativi, spettacoli e cultura, mobili e articoli per la casa e comunicazioni. Per calcolare la spesa degli italiani l'Istituto di statistica nazionale adopera dal 1928 un paniere con centinaia di beni che viene aggiornato ogni anno. Si tratta di uno strumento che viene utilizzato pure per calcolare gli indici dei prezzi al consumo NIC (per l'intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati).
In calo invece l'altro comparto principale del mercato casa, rappresentato dalla telefonia e dall'elettronica di consumo, che fa segnare una flessione dell'1,2% a 14,6 miliardi di euro. Il comparto telefonia è in diminuzione del 4,4% in termini di valore, a causa del calo, per la prima volta dopo 10 anni della vendita di smartphone, diminuita del 6% a quota 5,5 miliardi.
E per le vacanze? Secondo la 19esima edizione del Barometro Vacanze Ipsos-Europ Assistance riferito allo scorso anno, gli italiani spendono sotto la media europea quando si tratta, invece, di vacanze: in termini assoluti e in percentuale di crescita (1.757 euro per la propria vacanza -1% sul 2018) rispetto a un budget medio europeo di 2.019 euro (+3% sul 2018).
Anche per lo svago gli italiani sembrano invece disposti a spendere parecchi soldi soprattutto in abbonamenti alle pay tv: secondo uno studio di EY che ha come sponsor Sky, Discovery e Fastweb, gli abbonamenti in Italia alle piattaforme a pagamento – le principali piattaforme sono Netflix, Amazon Prime Video, Timvision, Now Tv (Sky), Infinity (Mediaset), Eurosport Player e Dazn – sono saliti lo scorso anno a 8 milioni: +1,23 milioni (+18%) in soli 6 mesi.
Poi il gioco, le spese obbligate, quelle per la scuola e quelle da fare se un figlio studia all'università.