Pubblicità elettorale
Incontro il Dott. Franco Brinato per quella che vuole essere una presentazione della sua persona in vista delle elezioni regionali del 20 maggio 2018. Per chi fa questo lavoro, quello di incontrare degli "sconosciuti", è un'abitudine.
Franco Brinato nasce in Germania da genitori calabresi emigrati, cresce in Calabria accudito dai nonni, di cui parla con quella voce rotta che non ci si aspetta da un omone allegro e sorridente. Si emoziona ancora quando si parla della sua amata moglie, Rodica, e di sua figlia Rebecca. Ha la forza delle sue radici e l'amore di chi una terra l'ha scelta e la sente sua. Da Roma infatti, dove si laurea in medicina e dove si specializza in Medicina Termale e Medicina d'Emergenza Urgenza, si trasferisce in Valle d'Aosta, per scelta appunto. Dal 2000 è Dirigente medico presso il Dipartimento d'Emergenza pronto soccorso 118 dell'Ospedale U.Parini di Aosta.Fondatore dell'Associazione ALMA ,finalizzata al sostegno a domicilio di malati cronici e con gravi disabilità. Si occupa,inoltre, di prestare assistenza ai malati oncologici dal 2012. E' candidato come indipendente per il Centrodestra Valle d'Aosta (candidato N° 3 della lista N°2).
Dalla prima linea alla politica..
La politica è prima linea. E l'attore principale deve essere la gente, col suo bisogno e la richiesta d'aiuto... soprattutto in campo sanitario. La politica deve saper amministrare ciò che serve alla gente, non quello che serve alla politica.
Come nasce il tuo amore per l'emergenza?
Nasce nel 1997 quando sono stato contattato da Claudio Costa che in quegli anni aveva messo su la Clinica mobile e faceva assistenza sui circuiti motociclistici e automobilistici. Ho cominciato a lavorare con lui sui circuiti ed è stato amore. Perché la medicina d'emergenza è una medicina pratica, immediata: valutare e fare. La nostra funzione è quella di stabilizzare il malato e renderne possibile la sopravvivenza.
Non ti spaventa aver poco tempo? Poter sbagliare intendo..
Certo, mi spaventa e mi spaventa su tutti i malati... che siano anziani, giovani, bambini. Fa parte dell'essere umani. Guai a perderla l'umanità. Io devo dire che più sto a contatto con le persone più mi sento vicino e sensibile alle loro, nostre, fragilità. Il contatto con le persone deve renderti sensibile.

Quindi la storia del distacco "dovuto" del medico?
Io non ci sono mai riuscito. Ogni volta che esco dalla rianimazione dopo aver assistito un malato è come fosse la prima volta. Nel "fare" c'è il distacco perché devi fare e devi avere la mente lucida, anche per coordinare gli altri. Dopo invece devi metabolizzare il tutto, e per me è sempre la prima volta. Questo è il motore per andare avanti e fare sempre meglio. Guai a distaccarsi, non va bene. Magari farà male alla salute ,però fa bene al malato. Non a caso l'Associazione che ho fondato con qualche amico, professionisti, infermieri e gente comune si chiama "ALMA",anima..cuore.S enza non si può fare nulla.
A chi è rivolta?
E' rivolta soprattutto al malato disabile, senza rete assistenziale. Il malato che non ha possibilità economiche e che non ha possibilità di assistenza. Questo è il target. Un altro cavallo di battaglia a cui i o tengo molto è il progetto "Formazione alla salute"che noi stiamo cercando di portare in tutte le scuole, in tutti i comuni della Valle d'Aosta e che si occupa di prevenzione. Grazie ai volontari che non solo prestano volontariato, ma versano anche dei contributi all'Associazione e rendono possibile tutto questo. Gente che ha voglia di dare ,ecco cosa basta.
Cosa porti dentro della tua terra?
Tutto, intanto l'altruismo secondo me. Il voler sempre condividere con la gente, socializzare. Ma mi porto soprattutto quello che mia nonna mi ha insegnato.
Come quella di non mollare, di andare avanti, sempre. E che i momenti difficili esistono per tutti e bisogna essere pronti, come anche ai momenti felici.
E cosa vedi in questa tua "altra" terra?
Una terra meravigliosa che mi ha accolto quasi vent'anni fa dove ho scelto di crescere mia figlia e dove vedo diverse potenzialità. Deve essere amministrata bene. Bisogna, come in tutte le amministrazioni pubbliche, tagliare i lacci della burocrazia. Io ho un motto che viene dalla mia professione medica; il saper "fare", che viene dall'esperienza, e il saper "essere" che viene da chi sei diventato nel percorso della vita, nel mio caso nel percorso accanto alle persone. Queste sono due cose che intendo portare in ogni settore. Io amo la Valle d'Aosta, per questo motivo ho deciso di scendere in campo.
Quando hai deciso di scendere in campo?
Ho fatto sempre politica, nel mio quotidiano intendo. La libertà, il libero pensiero passano attraverso la politica. Perchè adesso?Perchè io da anni ho un'idea della sanità che è completamente diversa da quella che ci hanno fatto vivere in questi anni. Credo che il mio sia un progetto fruibile, senza grande dispendio economico e di risorse umane. Bisogna avere solo logica e voglia di fare. E soprattutto bisogna tornare a mettere al centro quelli di cui ci siamo dimenticati: le persone e le famiglie. Questo è il motivo per cui scelgo di candidarmi.
Si dice che un uomo sia anche le persone che sceglie: chi è la tua squadra?
Intanto mia moglie che è il faro della mia esistenza, con il suo sorriso e la sua vitalità che ti assicuro non vengono dall'aver avuto una vita sempre facile. La sua spinta e la sua forza mi fanno affrontare la vita in modo positivo. Mia figlia, che è la mia carta vincente e che non mi ha dato mai problemi, anzi. Abbiamo affrontato sempre tutto assieme, dalle vittorie ai piccoli problemi quotidiani. Poi le persone vere che mi sono sempre accanto e coloro che pur avendomi conosciuto poco in Ospedale ci tengono a dare il loro supporto in questa nuova avventura. Sono rimasto molto colpito di quante persone, saputo della mia decisione, si sono mostrate vicine ed entusiaste.
Cosa ti toglie questo ulteriore impegno?
Ho paura solo di una cosa: di togliere troppo tempo alla mia famiglia. Ma da tempo ho imparato a rafforzare gli impegni senza tralasciare loro. Ho anche da mantenere la promessa fatta a mia figlia di non diventare come gli altri. E io alle promesse ci tengo.
Che vuol dire "come gli altri"? Che idea ha tua figlia dei politici?
Il politico è visto oggi come qualcuno lontano dalla gente, senza ideali, senza morale se non quella del potere. Lei ha paura di questo, di avere un papà che guarda al potere. Ma è una promessa fatta a lei: non sarà cosi. Io non mi sento un politico, cercherò di fare una politica per le persone, ma non sarò mai un politico. La cosa pubblica è pubblica e basta.
Cosa non cederesti mai?
La mia libertà di pensiero, la mia famiglia, quello in cui credo.