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I Santi in Paradiso - Liberi pensieri sulla politica giudiziaria della Valle d'Aosta

I Santi in Paradiso delle Amministrazioni valdostane

 

Osso Mastrosso e Carcagnosso
Nell'immaginario della gente nel comune in cui si vive, c'è un personaggio di grande potere: "l'assessore".

Da alcuni è definito il "santo in paradiso". È colui al quale solo selezionati amici, o presunti tali, si possono avvicinare e a cui si può chiedere, tenendo ben saldi i capponi in mano e facendo attenzione che il pacchetto contenente le dodici uova fresche e il fiasco di vino non cada a terra.

L'assessore è esempio di eleganza, generalmente dotato di eloquenza e perfetto conoscitore dell'antica arte della "retorica" degna dei principi del foro, alcuni dei quali si favoleggia che con le loro arringhe siano riusciti a commuovere navigati giudici di Corte d'Assise. Questo però è nell'immaginario di tanti.

Per imparare a fare l'assessore ci vuole tempo, perché non c'è solo la parte amministrativa, ma soprattutto c'è l'imparare a coltivare il consenso espresso nel segreto delle cabine elettorali. Per questo una parte del tempo lo si deve sacrificare per gesti che diano visibilità. Ecco quindi i gesti dell'assessore operaio/contadino che sa stare vicino alla gente e ne comprende le difficoltà e le foto pubblicate su Facebook, sempre dell'assessore, in stile "battaglia del grano", che con aria interessata segue la visita a operose industrie valdostane. Però, come ogni apprendista, l'assessore commette degli errori perché non ha chiesto ai colleghi più navigati. Il neoassessore si è mosso con troppo impeto, non ha considerato che la maggioranza delle sue azioni possono avere una conseguenza anche nefasta e la faccia innocente non basta per riparare il danno. Almeno nei primi giorni, perché poi si confida nella memoria corta dell'elettorato, sulla comprensione dei compagni di partito, magari dopo aver subito un rimprovero. Come dicono i maestri agli apprendisti: "Non preoccuparti, è il mestiere che entra".

Nel processo Geenna in corso ad Aosta è stata ricordata la dimenticata telefonata del dott. Marco Sorbara, all'epoca assessore del Comune di Aosta, del 4 ottobre 2011, nella quale sondava la disponibilità di Roberto Raffa ad effettuare piccoli lavori di manutenzione nella sede del circolo degli anziani al quartiere Cogne di Aosta. La conversazione era stata intercettata nel processo "Tempus Venit" riguardante l'estorsione in danno della Edilsud dei fratelli Tropiano. Nel processo Raffa era condannato, in via definitiva, per concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso. Inoltre ultimamente Raffa è imputato nel processo "Altanum" presso il Tribunale di Reggio Calabria per la sussistenza del locale della 'ndrangheta in San Giorgio Morgeto.

La conversazione può sembrare innocente: un assessore che telefona ad un paesano per chiedere se è disponibile per eseguire "piccoli" lavori di manutenzione - non grandi appalti dove c'è una burocrazia farraginosa - ma piccoli lavoretti. Come dire: “un favore":

Qui il cuore della conversazione.
Diceva il dott. Marco Sorbara: "Ascolta volevo chiederti una cosa io ho la giù al quartiere Cogne la struttura per gli anziani quella dove ci sono gli anziani è una struttura del Comune ….Dove devo fare tutta una serie di piccoli interventi non so mettere apposto eh.. tinteggiare un sai quelle ante di una volta rifare un piccolo murettino per sei sette mila euro. Tu potresti fare dei lavoretti del genere ? O non li fai ?"
Rispondeva Roberto Raffa: "Perchè no... Marco quando si tratta di lavoro facciamo tutto noi".
Continua Marco Sorbara: "Eh appunto ho detto per chiamare qualcun'altro ho detto chiamo te. Se vuoi te lo fai tu se lo vuoi fare con eh... Giuseppe vedi tu, io te lo do a te allora io lascio adesso il tuo numero di telefono al mio dirigente ok ?... Ok compare eh.... non ci sentiamo mai ma quando ci sentiamo bisogna ...ride...se no che cazzo qua qua non si può eh.... Eh eh bisogna darsi da fare qua, pian pianino pian pianino vedrai".
Risponde Raffa Roberto: "Uh....un po' alla volta "
E il dott. Marco Sorbara: "Un po' alla volta eh.... noi noi fretta non ne abbiamo, lo sai Roberto fretta zero». Roberto Raffa aggiunge: «Poi noi della fretta siamo contrari ...inc... ride...."
Il dott. Marco Sorbara: "No no io dico sempre piccoli passi anche perché abbiamo fatto poi adesso lasciamo un po' parlare la gente e poi rifacciamo di nuovo ...ride".

A pagina 190 della sentenza di primo grado del processo Tempus Venit, a firma della dott.ssa Federica Bompieri, è scritto testualmente: "è deleteria una interpretazione “letterale” del materiale probatorio in atti occorrendo, invece, esplorare il materiale disponibile superando il significato apparente delle parole".

Sia l'assessore che il Raffa provengono da un piccolo paese ai piedi dell'Aspromonte, San Giorgio Morgeto, dove il Marco Sorbara, per quanto si sa, è legato tanto da aver regalato al Comune del mobilio d'ufficio dismesso del Comune di Aosta, portandolo lui personalmente con un furgone. Non c'è nulla di male a fare della beneficenza, poi sull'opportunità di comportarsi come la "Caritas" verso il comune calabrese non siamo noi a giudicare.

Raffa ha sposato una "Facchineri", famiglia che nella storia della ‘ndrangheta e di San Giorgio Morgeto è sicuramente tristemente nota. Nel piccolo comune calabrese ci si conosce tutti e le parentele sono di dominio pubblico e quindi da parte di Sorbara, da assessore anche se neofita, potevano esserci degli scrupoli a fare quella telefonata per i "lavoretti", anche solo per non offrire ai propri avversari facili critiche.

Le testimonianze dell'ex sindaco Giordano e dell'attuale sindaco Centoz citate dalla difesa di Sorbara nel processo per l'indagine Geenna in corso ad Aosta hanno messo l'accento sulla buona fede del comportamento dell'allora assessore, il quale era piuttosto impulsivo nelle sue decisioni.

Il processo in atto dovrà accertare se in Valle d'Aosta esiste una struttura della ‘ndrangheta. Se il verdetto sarà positivo, sarà necessario stabilire se gli assessori imputati erano o no consapevoli che stavano favorendo gli interessi degli eredi di Osso Mastrosso e Carcagnosso (i cavalieri della Caruña spagnola che dopo le crociate si stabilirono nell'isola di Favignana per 20 anni dopo di che crearono la ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra per la difesa degli orfani e delle vedove).

Nel libro "La convergenza" (edizioni Melampo novembre 2010), Nando dalla Chiesa analizza la figura del "il cretino". L'autore utilizza l'aggettivo non nell'eccezione offensiva del parlare comune bensì nella sua etimologia. Così l'autore spiega a pagina 18 del libro: «"Cretino" I dizionari non aiutano molto perché spiegano la parola rinviandole ad altre: stupido, imbecille, idiota. Sennonché é proprio quest' ultima a potere offrire la chiave più utile per entrare nello spirito dell' apologo, grazie alla sua limpida etimologia greca. Idiota: "uomo inetto a partecipare alla cosa pubblica” . Ma che vi diventa adatto e prende anzi a parteciparvi, anche ai livelli più alti, appunto per assecondare (o con l'effetto di assecondare) le esigenze della mafia". Questo potrà essere vero solo se ci sarà una sentenza che stabilirà che alcune persone nella politica valdostana, nel tempo senza fretta con calma, hanno favorito "l'onorata società" poco importa se in buona fede. Se ciò non sarà sancito ci troveremo davanti alla conseguenza di scelte di apprendisti assessori male consigliati.

 

Paolo Alessandro Garberoglio

 

 

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