Ferrovia, Cgil: la Aosta-Pré-Saint-Didier è da riaprire

L'eventuale chiusura definitiva della linea ferroviaria sarebbe «una follia» secondo Filt Cgil

Un tratto della ferrovia Aosta-Pré-Saint-Didier

Riaprire la tratta ferroviaria Aosta - Pré-Saint-Didier valutando la possibilità di elettrificarla, così come sta avvenendo per il resto della linea valdostana. È la Filt Cgil a tornare sul collegamento ferroviario con l'alta Valle.

L'ultima volta che un treno è transitato sulla Aosta - Pré-Saint-Didier è stato nel 2015: mantenere il collegamento era ritenuto troppo oneroso rispetto all'effettivo utilizzo. Ufficialmente la tratta è solo sospesa, ma in questi nove anni non ci sono stati reali passi verso la sua riattivazione. Anzi, la Regione nel tempo ha valutato utilizzi diversi finendo però sempre per decidere nulla perché gli investimenti necessari per ciascuna soluzione prospettata, inclusa la semplice (si fa per dire) riattivazione, sono ingenti.

«È una follia rinunciarci così», ha affermato nel corso di una conferenza stampa la segretaria generale di Filt Cgil Valle d'Aosta, Cristina Marchiaro. «L'infrastruttura c'è, Rfi ha nel suo piano decennale la riapertura, quindi l'investimento ce lo mette: trovo assurdo - ha aggiunto Marchiaro - che la Regione la voglia acquisire per chiuderla totalmente e fare un metrobus che poi viaggerebbe da Aosta a Villeneuve sul sedime ferroviario, per poi buttarsi sulla statale».

La soluzione, secondo il sindacato, deve essere quella di riammodernare e «possibilmente» elettrificare i 32 chilometri circa del collegamento utile per studenti, lavoratori e anche a scopo turistico. Una possibilità «da non sottovalutare», ha affermato dal segretario generale Filt Cgil Stefano Malorgio. Il gruppo FS sull'uso turistico e storico sta investendo molto, ha affermato il sindacalista: «così hanno riutilizzato moltissime linee regionali in giro per l'Italia ed è un settore che è in costante crescita e porta lavoro. Inoltre ormai le scelte di molte regioni, quasi dappertutto, sono di utilizzare la linea ferroviaria come asse centrale, poi alimentato da un sistema di bus "a ramo"». Secondo il sindacato quindi le scelte della Valle d'Aosta rischiano di andare «in controtendenza» rispetto a quanto avviene in diverse altre parti d'Italia.

 


Clara Rossi

 

 

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